Shakhtar, il dirigente Nicolini: "La verità sul futuro di Sudakov fra Napoli e Juventus"

Le Interviste  
Shakhtar, il dirigente Nicolini: La verità sul futuro di Sudakov fra Napoli e Juventus

A “1 Football Club”, programma in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Nicolini, collaboratore tecnico della squadra mercato dello Shakhtar Donetsk:

La qualificazione in Champions è ormai certa per lo Shakhtar?

“Siamo concentrati sul finale di stagione. Ci aspetta una finale di coppa e conserviamo il primato della classifica. Tuttavia, non c’è ancora certezza per la Champions. Bisognerà vedere se ci sarà un preliminare leggero o se la prima sarà automaticamente dentro. Dipenderà dal ranking dell’Ucraina”

La mancata qualificazione diretta in Champions comporterebbe delle implicazioni sulle scelte di mercato?

“Non penso proprio. Anche se fosse, sarebbe nelle ultime parti del mercato. Il presidente, come sempre, vuole costruire una squadra competitiva. Se ci fossero i preliminari, dunque, sarebbe fondamentale poterli affrontare con le migliori risorse. Lo Shakhtar non adegua il mercato a determinate condizioni”

In Italia si parla molto dell’interessamento di Juventus e Napoli per Sudakov.

“C’è stato, come già è stato detto, un interesse a gennaio, più o meno concreto. Non era, però, il momento di cedere il calciatore. Adesso il ragazzo è concentrato nel vincere un campionato che potrebbe determinare la qualificazione in Champions. Inoltre, ci sarò anche la vetrina degli Europei. È un calciatore, così come tanti altri, che viene monitorato dalle più importanti società, tra cui quelle citate. Se, però, le squadre non definiranno il proprio futuro, in particolare in panchina, non si potrà concretizzare alcun affondo. Il rischio sarebbe quello di acquistare un giocatore non funzionale ai principi di gioco. Manca una programmazione per tempi, anche per club come Napoli e Juventus che, invece, dovrebbero garantirla. La Juventus dovrebbe iniziare a definire il futuro del prossimo allenatore, così come il Napoli, soprattutto dopo quanto accaduto in questa stagione deludente. Siamo a metà aprile e ancora non sappiamo quale sarà il tecnico della prossima stagione. È stato un mese di perdita di tempo, da quel che mi sembra. Magari loro hanno le idee già ben chiare, non lo escludo. Da quel che si legge e si sente, però, non mi sembra ci sia sicurezza. Il rischio è anche quello di temporeggiare e favorire l’interesse di club inglesi che possono velocizzare una trattativa e concretizzare l’acquisto”

Cosa ha lasciato Roberto De Zerbi? È arrivato il momento di tornare ad allenare in Italia?

“Ha lasciato un sogno e un rimpianto. Avevamo messo le basi per creare uno squadrone da paura con uno dei migliori allenatori al mondo. Non ne avremo la prova concreta, ma sono convinto che lo Shakhtar, con De Zerbi, sarebbe rientrato tra le grandissime d’Europa. Il suo arrivo ha fatto capire a tutto il mondo che nel calcio dell’Est ci sono grandi potenzialità, che il nostro è un club di spessore. Per lui sono stati mesi importanti. Si è messo alla prova in Europa, all’estero. Da qui, è riuscito ad arrivare in Inghilterra, dove ha confermato le sue qualità. Vedremo, quest’anno sembra ci sarà un movimento notevole di panchine, anche per i club più importanti. Pertanto, ritengo sia normale che venga accostato a squadre blasonate. È un allenatore emergente ma che vanta un passato già importante”

Tra le file dello Shakhtar sta impressionando il giovane Kevin. Che margini di crescita può avere il brasiliano?

“La serietà del club ha determinato la possibilità di poter fare mercato anche in certe condizioni. Siamo sempre stati un punto di riferimento per i brasiliani, e continuiamo ad esserlo. Kevin, nello specifico, si aggiunge ad altri prospetti come Eguinadlo, Marlon. Il club consente a questi ragazzi di crescere nella mentalità europea, abbinandola al talento e alla tecnica brasiliana. Le squadre che acquistano da noi, dunque, acquistano giovani forti che, oltre il margine di crescita, possono vantare anche principi di gioco europei”

Lo Shakhtar, però, può anche contare sui talenti del proprio vivaio, come Matvijenko.

“Lui, come altri, può puntare ai top club europei. Matvijenko è fortissimo, è il classico difensore moderno. È veloce, mancino e sa impostare molto bene. Per questo dico che, due anni fa, avevamo la certezza di costruire una grande squadra. Oltre i colpi di mercato e i sudamericani da valorizzare e crescere, i veri crack erano i calciatori ucraini. Avevamo Trubin, Mudryk, talenti del Paese che facevano la differenza. Per i nostri talenti, dunque, c’è bisogno di offerte che possano soddisfare il club e i calciatori. Non incateniamo nessuno”

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