Disastro Italia, Prandelli: "Diciamo le stesse cose da 15 anni"

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Disastro Italia, Prandelli: Diciamo le stesse cose da 15 anni

Il commento di Prandelli al flop dell'Italia a Euro 2024

Ultime Euro 2024 - L'ex commissario tecnico della Nazionale italiana Cesare Prandelli ha parlato a Radio Rai dopo la disfatta degli azzurri contro la Svizzera di sabato scorso: "Quando succedono questi eventi, vediamo tutto nero. Sono più di 15 anni che stiamo dicendo le stesse cose, adesso è il momento di farle. Dobbiamo cercare di curare di più i nostri settori giovanili e i nostri centri federali, dobbiamo cercare di capire come far crescere il talento in Italia, perchè c'è ma probabilmente soffocato da questo calcio geometrico che fin da bambini gli allenatori propongono. Dobbiamo ritornare a un calcio sano, dove imprevedibilità e fantasia individuale devono essere padroni del gioco del calcio. Noi negli ultimi 15 anni abbiamo seguito delle mode: il possesso palla e il giochismo. Abbiamo prodotto buoni, ma non ottimi giocatori dal punto di vista tecnico, ma abbiamo perso le punte, gli esterni che giocano l'uno contro l'uno. Ci vuole tempo, però bisogna avere la forza di fare le cose. Devono mettersi assieme la Federazione e la Lega e mettere in campo un programma sportivo ampliato a 360 gradi fin dai bambini, allora sì che saremo ancora protagonisti e avremo anche noi i talenti che abbiamo sempre avuto".

"Da un po' di tempo sostengo che la Federazione dovrebbe far crescere i selezionatori in casa, prendere gli ex campioni del mondo e convincerli a far qualcosa per il nostro movimento. Abbiamo cercato di portare gli allenatori in Federazione. Chiaro che ci vuole il tempo. È facile dire che Spalletti non è un selezionatore, ma con la Svizzera cosa poteva fare Luciano? Ha provato a cambiare, le ha provate tutte, ma sono mancati temperamento, carattere, determinazione, voglia di vincere. Se ci fosse stato in campo un Chiellini, probabilmente avremmo fatto qualcosa in più. I protagonisti sono i giocatori: l'allenatore può fare tanto, ma se gli interpreti sono questi...Molte squadre sono uscite con dignità, noi non lo abbiamo fatto".

Ora rischiamo davvero di non andare ai Mondiali: "Il rischio c'è. Quando nel 2014 fummo eliminati, in conferenza stampa dissi: 'ma siamo sicuri che nei prossimi anni ci andremo?' Già ai tempi avevamo dei dati che mostravano un trend di grande negatività in prospettiva: una grandissima competenza e grandi risorse fino ai 19-20 anni, siamo competitivi a livello mondiale ma poi abbiamo un buco incredibile, da anni. Non riusciamo a proporre giocatori in prima squadra, a farli crescere, a dar loro una forza morale forte e quindi li perdiamo. Forse la Federazione deve fare qualcosa in più, deve cercare di farli crescere in casa i ragazzi. Qualche giornalista mi ha chiamato dopo qualche anno dicendomi: 'ai tempi ti abbiamo preso in giro ma dovremmo chiederti scusa'. Ma non è che io sia un indovino. La nostra crisi parte da piccolini, continuiamo a essere in crisi e questo è il momento di fare, di mettere in campo delle proposte, di creare un pool di persone che abbiano voglia di dare qualcosa al calcio. Non servono i contratti, serve la volontà di fare qualcosa".

Capitolo stranieri: "La prima partita che vidi da ct nel 2010 fu la Supercoppa Inter-Roma. In campo c'erano due italiani: De Rossi e Totti. Mi sono detto che forse c'è qualche problema se in una Supercoppa Italiana ci sono solo due italiani. Abbiamo sempre rimandato il problema. Per questo dico che ora è il momento di fare qualcosa per questo calcio. Ma è mai possibile che Federazione e Lega abbiano un'idea di calcio totalmente diversa? Se non cambi questo rapporto, diventa tutto complicato".

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