Cucci: "L'ennesimo suicidio dell'istigatore Rafa"

Le Interviste fonte : Cucci - Il Roma
Cucci: L'ennesimo suicidio dell'istigatore Rafa

Se cercate il Napoli in classifica lo trovate sotto il Cesena. I romagnoli si battono per salvarsi, i napoletani per lo scudetto, almeno così pensavano De Laurentiis e Benitez prima della crisi. Che di crisi si tratta, non di una delicata fase di ricerca, come sostengono i trombettieri di Benitez, disposti piuttosto a scaricare sui giocatori le responsabilità delle tre sconfitte d'inizio stagione: la prima a Bilbao, esiziale per la Champions perduta insieme a denaro e morale; la seconda con il Chievo, mortificazione assurda per una sequenza delittuosa di errori; la terza, ieri, con l'’dinese, forse immeritata per la modesta qualità dei bianconeri ancora alle prese con assenze importanti e i capricci di Muriel, gran classe sprecata; e tuttavia giustificata da un riuscito tentativo di suicidio degli azzurri, o meglio del loro istigatore. Giuro che l’altra sera, dopo aver assistito con soddisfazione alla importante vittoria sullo Sparta Praga, ho comunicato a lettori, amici e conoscenti la doppia risposta positiva che Benitez aveva dato ai miei insistenti inviti: avevo detto MAI PIÙ TURNOVER, e in Coppa si era presentato un Napoli di qualità; avevo aggiunto MERTENS PER SEMPRE, ed eccolo in campo, il belga, con potenza e autorevolezza. Clap clap, applausi a Benitez. Non è mai troppo tardi...Ne ho parlato, sabato sera, anche con Max Allegri, che manda in campo sempre la Juve migliore e nel duro confronto con il suo predecessore ha la possibilità di far meglio nella Champions che Conte affrontava con il maledetto turnover. Poi, dopo aver visto Garcia battere con disinvoltura Zeman - il perdente nato - e affiancarsi alla solita Juve, eccomi a tu per tu con un Napoli che ha fin dalle prime battute azzerato le mie recentissime certezze: fuori Mertens, Hamsik e Callejon, dentro Insigne, Michu, Gargano, Zuniga. Peccato. Avevo voglia di pacificazione e invece la dolorosa storia del Napoli continua con una sconfitta pesantissima. Il tardivo tentativo di ridare alla squadra la sua indiscutibile qualità e potenza con l’ingresso di Callejon al 64’ (subito un quasi-gol d'intesa con Higuain) è naufragato quando Danilo dopo sei minuti ha approfittato dell’ennesimo sbandamento difensivo e ha segnato; inutile l'ingresso di Mertens per Michu al 72’, di “San Gennaro” De Guzman per Insigne al 75’, anche se si è visto per un quarto d’ora - ma troppo tardi - un Napoli quasi vero ma incapace - pur con un impegno corale addirittura emozionante - di recuperare almeno un pareggino, visto che Stramaccioni s’era giocato anche il discusso Muriel, tanta classe e tanta follìa da spendere per un’Udinese guidata dal grande Allen. Non ho bisogno di criticare ulteriormente Benitez che, come sempre, ha rinviato la rinascita al prossimo turno, mercoledì sera, con il Palermo al San Paolo. In fondo, ho sprecato parole anche stavolta: bastava la cronaca a far commento

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