L'ultima pagina di una storia lunga dieci anni, fatta di emozioni, incredibili successi e delusioni, si è chiusa oggi, a pochi giorni dall'ultima sconfitta che ha tolto ogni speranza di evitare la retrocessione in serie C. L'imprenditore alla guida del marchio Gaudì e patron biancorosso Stefano Bonacini, ha chiuso ufficialmente stamattina, insieme ai suoi due soci Roberto Marani e Claudio Caliumi, la sua avventura alla Presidenza e nella proprietà della società.
E lo fa con l'amaro in bocca, non certo per i risultati sportivi che per definizione hanno alti e bassi, gioie e dolori (è come essere stato in un luna park, tipo Disneyland), ma nei confronti della città, dell'ambiente Carpi. 'Lasciamo una società sana, la città non ha assecondato e condiviso il nostro progetto”.
E su questo punto, e sulle 'voci' rispetto alla gestione economica della società, prosegue: “La città ha perso una grandissima occasione con la Serie A e la Serie B. Negli ultimi tempi ne ho sentite troppe. Accetto le critiche su centravanti, portieri o altre scelte tecniche sbagliate. Ma quando sento dire che noi soci abbiamo usufruito di risorse del Carpi non lo accetto. Chi dice che senza Giuntoli non abbiamo fatto nulla, ricordo che abbiamo fatto 38 punti in Serie A e raggiunto una finale play-off di B. Abbiamo lasciato nelle casse del Carpi tutti i ricavi, dal paracadute alla famigerata cessione di Lasagna. Avremo anche fatto degli errori ma non accetto sentire dire che ci siamo arricchiti alle spalle del Carpi. Non ci siamo mai distribuiti un utile, dalle plusvalenze al paracadute. Queste voci ci hanno fatto disamorare”.