Una mano di bianco non basta, lasciare il San Paolo non è una bestemmia

Editoriale  
Stadio San Paolo dall'altoStadio San Paolo dall'alto

I lavori allo stadio San Paolo procedono. E secondo quanto ci risulta la SSC Napoli avrebbe intenzione di proseguire il rapporto di convenzione con il Comune di

I lavori allo stadio San Paolo procedono. E secondo quanto ci risulta la SSC Napoli avrebbe intenzione di proseguire il rapporto di convenzione con il Comune di Napoli. 

Il progetto

Sediolini nuovi, di colore azzurro, bagni, tribuna stampa, nuovo sistema di illuminazione e messa in sicurezza di copertura e bullonatura. Insomma, ci aspetta un San Paolo più vivibile. Prima di tutto a norma. Ma basta?

Basta se paragonato non solo all’Allianz Stadium, ma semplicemente ai club di media classifica dei restanti campionati europei? No. Che si stiano facendo passi avanti anche grazie agli sforzi del Comune questo è innegabile. Ma a questo punto bisogna chiedersi se sia utile dare credito ancora alla storia che risiede nella struttura, anche a costo del futuro. 

Rimozione della pista, spalti a ridosso del terreno di gioco, struttura ricca di attività bilaterali a quella sportiva con alberghi e ristoranti che farebbero del nuovo stadio un centro nevralgico della vita napoletana non più solo calcistica. Un'utopia? Per alcuni suonerà come una bestemmia, ma parliamo di un nuovo stadio. Perchè per guardare avanti purtroppo bisogna iniziare a prendere in considerazione l’idea di mettere da parte il San Paolo. Una struttura non solo fatiscente, ma non più in linea con gli standard di visuale e comfort europei. E se questo club vuole cominciare a competere anche a livello internazionale non può più permettersi di accogliere il Real Madrid al San Paolo. Ne va dell’immagine non solo di una squadra, ma di una città. Ospitare il Real al San Paolo è un po’ come far accomodare il presidente della Repubblica nello scantinato, piuttosto che nel vostro salone di casa lindo e pinto.  

Non basta più una mano di pittura e una messa in sicurezza. Bene che si arrivi almeno a giocare in situazioni del tutto a norma, ma dopo quello anche l’occhio vuole la sua parte. De Laurentiis vuole una super lega europea. Bene, ma a che pro se poi ospitare le grandi potenze del calcio si tradurrebbe in una perdita di stile per il club?

La volontà del Comune è quella di non rimuovere la pista d’atletica, punto nevralgico della faccenda. L’amministrazione è pronta a rinunciarci solo se il Napoli si fa carico della costruzione di una nuova dove portare gli atleti che vi fanno sport. Il tutto per non perdere la fruizione del bene comune. Dal club non sembrano disposti a prendersi carico di questo lavoro. Morale: il San Paolo strutturalmente resta così, vecchio. 

Parlare di una nuova casa del Napoli farà male ai tifosi, quelli che in questa struttura ci sono vissuti. Sono cresciuti e magari l’hanno amata già quando non c’era la copertura, quando lì ci giocava il numero 10. 

Ma essere realisti vuol dire prendere coscienza delle cose. Per guardare al futuro, a volte, bisogna anche dare un calcio al passato.

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