Ecco...cosi si fa!

Editoriale  
Ecco...cosi si fa!

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Ecco, così si fa. Sarebbe bastato anche un tweet, in modo che più di 140 caratteri non avrebbe potuto inserire. E invece no, è andato via senza un saluto, senza dedicare mezza frase a quel popolo che per anni l’ha sostenuto dentro e fuori dal campo. “Ma perché parlare ancora di Higuain a mesi di distanza dal suo addio?”. I grandi amori stentano a scomparire del tutto. Spesso vale la legge del ‘chiodo schiaccia chiodo’. E’ andata male con Milik, infortunatosi dopo pochi mesi. Stavolta potrebbe toccare a Leonardo Pavoletti far dimenticare le gesta di un campione come Gonzalo. Campione, certamente, ma dal suo addio ci si aspettava ben altro. Un po’ come ha fatto il nuovo attaccante azzurro nei confronti della sua ormai ex tifoseria, quella genoana, scrivendo e dedicandole una lettera:

"Ciao. Una parola semplice, come me. Dico ciao al Genoa e a Genova dopo due anni intensi, felici, carichi di emozioni, entusiasmo e tanto lavoro. Ricordo gli inizi. Gennaio 2015. Ero a casa, a Livorno. D'improvviso una telefonata: "Domani vieni a Milano, si firma per il Genoa". Non ho dormito la notte per l'emozione: una piazza importante che ha colorato la storia del calcio con i propri colori. Sentivo fosse il posto giusto. Una nuova casa, in cui crescere e diventare grande. Sono arrivato in punta di piedi, pronto a mettermi al servizio del mister e della squadra. I primi tempi in panchina sono stati duri, ma ero determinato a conquistarmi fiducia, affetto e un posto da titolare. Poi il gol al Parma: ricordo la gioia, la mia prima esultanza in rossoblù, la consapevolezza che il lavoro paga. Sempre. Da quel momento i ricordi diventano un puzzle di facce, sorrisi, autografi, allenamenti, amici, sconfitte, vittorie, tristezza, entusiasmo, parole, gol. Fino agli ultimi due mesi della scorsa stagione, il momento più bello: la vittoria nel derby e quella con l'Inter in casa. Una salvezza conquistata con la forza del gruppo, a suon di bel gioco e gol: un lieto fine meritato. Ora questa storia è giunta ai titoli di coda. Ma non l'amore per questa città e questa maglia. Gli amori non finiscono, cambiano forma. Oggi io sono chiamato ad una nuova avventura, ma non dimentico coloro a cui ho voluto bene e che me ne hanno voluto, perché sono parte di me. Nella vita a tutti capita di cambiare lavoro, di cambiare azienda, di partire per nuove esperienze, non è diverso per me. Nella vita capita anche di sbagliare a parlare: se alcune mie dichiarazioni hanno offeso o illuso qualcuno, mi scuso. Comprendo l'amarezza di tanti, riconosco la schiettezza e quell'essere scarni e diretti, tipico delle persone di mare. Ma non esiste alcun tradimento. Solo un cambiamento, che non giustifica il rancore, le minacce e gli insulti che qualcuno mi ha rivolto. È il percorso di tutti: strade che si dividono; una nuova tifoseria da abbracciare: calda come quella rossoblù e amica da sempre di quella genoana; compagni di viaggio che si salutano, per poi rincontrarsi, un giorno, chissà. Se rompo solo adesso il silenzio, è perchè ho voluto evitare altri fraintendimenti e confusione. Ho preferito scrivere oggi, dopo un periodo di riflessione, per non alimentare altre polemiche. Chiudo ringraziando tutti. Grazie al Presidente, alla società, al mister (presente e passato), ai compagni di squadra, ai tifosi, ai magazzinieri, ai giardinieri, ai custodi del centro sportivo e dello stadio… Vi sono grato per ogni parola, critica, complimento, pacca sulla spalla e sorriso che mi avete donato. Sono nato al mare, a Livorno. Sono rinato al mare, a Genova. Ora ritroverò un altro mare. Per un'altra avventura".

Sarebbe bastato molto ma molto meno ai napoletani, sarebbe bastato forse solo il primo rigo. Come diceva Totò? Signori si nasce….

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