SSC Napoli-abbonati, causa rimborsi: il club si appella alla prelazione Champions. Accusa di benefit insufficienti e pubblicità ingannevole

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Tifosi in fila allo stadio San PaoloTifosi in fila allo stadio San Paolo

Continua la battaglia legale tra alcuni tifosi abbonati e la SSC Napoli: le cause per ottenere i rimborsi (qui per richiederlo) relativi alla differenza di prezzo tra chi ha pagato l’abbonamento all’inizio dello scorso anno e chi ha acquistato il biglietto per ogni singola partita. La SSC Napoli giustifica il suo operato motivando in sostanza: le differenze di prezzo tra abbonamenti e singoli biglietti si spiegano, per la scorsa stagione, con il benefit della prelazione per la Champions sul posto e alcuni sconti in Coppa Italia.

Ma diretta arriva la replica dell’avvocato Erich Grimaldi:

“I benefit indicati dalla SSC Napoli non giustificano l’esorbitante differenza di prezzo”.

La prelazione riservata per le partite di Champions, come avvenuto anche quest’anno, è troppo breve e contestuale alla vendita dei posti liberi. Inoltre, si legge sugli atti, la prelazione non può essere considerata un benefit, in quanto lo Stadio San Paolo ha circa 60000 posti, con 6000 abbonati, con la conseguenza, che proprio i biglietti della Tribuna Posillipo, che sono i più costosi, sono quelli meno venduti e sempre disponibili, soprattutto nelle partite non di cartello.

Secondo l'avvocato, che tutela gli abbonati, la SSC Napoli non avrebbe seguito le linee guida disposte dal Ministero dell’Interno circa i benefit da riservare ai fidelizzati, nonché circa i comfort da garantire.

Gli abbonati, infatti, giammai ricevevano benefit con riferimento alle iniziative “invita due amici allo stadio” e “under 14 accompagnati da un adulto a prezzo ridotto”.

  • La SSC Napoli, inoltre, avrebbe violato la direttiva del 14/08/2009 sulla tessera del tifoso, non garantendo un ingresso riservato esclusivamente per i soli abbonati, con la conseguenza che, dallo stesso varco, accedono tifosi occasionali, abbonati di Tribuna Posillipo e Nisida.
  • L’avvocato Grimaldi inoltre contesta l’assenza totale di comfort per i disservizi legati ai bagni, ai sediolini, nonché all’assenza di ristorazione adeguata, in quanto, pur essendo lo stadio di proprietà del Comune, è la SSC Napoli ad organizzare l'evento.
  • Il prezzo dei singoli biglietti, alla fine della stagione 2016/2017, inoltre, è stato inferiore rispetto a quelli della stagione 2015/2016, mentre il costo degli abbonamenti è aumentato in modo irragionevole.

L’avv. Grimaldi ha eccepito, al riguardo, la violazione degli art. 20ss del Codice del Consumo, con riferimento alla pubblicità ingannevole sui prezzi al momento del lancio della campagna abbonamenti 2016/2017. Gli abbonati hanno chiesto anche il risarcimento dei danni, per lite temeraria, per avere la SSC Napoli inviato diffide, con lo scopo di intimorire l’abbonato inducendolo a rinunciare all’azione ed ai propri diritti.

Twitter: @LeonardoVivard

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