Gli hanno puntato la pistola in faccia, intimandogli di consegnare l’orologio. No, non è una delle scene di Gomorra, ma è quanto accaduto a Marek Hamsik un’ora dopo Napoli- Sampdoria. Sono stati attimi di terrore vero, vissuti nel bel mezzo del traffico del dopo partita, mentre il centrocampista slovacco era in coda per entrare sulla tangenziale: era diretto verso Capodichino dove avrebbe dovuto recuperare moglie e figli.Main aeroporto c’è arrivato con qualche ora di ritardo, perché ha dovuto presentare denuncia per la rapina subita, presso il Quinto Distretto di Polizia, che si trova a pochi metri dallo stadio San Paolo, tra i settori Distinti e Curva A.
.
Futuro in bilico Situazioni che lasciano il segno e che potrebbero far riflettere il calciatore su sul futuro. Serve a poco la solidarietà o le rassicurazioni che
arrivano dal club: ritrovarsi ancora una volta con una pistola puntata in faccia non è certo un buon motivo per convincerlo a pensare diversamente. E’ vero, s’è trattato di un episodio che nulla a che vedere con l’amore che la gente gli dimostra in ogni occasione. Ma il timore che la famiglia possa essere vittima di ulteriori atti del genere, potrebbe spingere il giocatore a decidersi di andare via. E nessuno potrebbe dargli torto.