L'editoriale di Corbo: "De Laurentiis vuole guadagnare, i tifosi vincere. Il Napoli di Ancelotti senza ricambi in attacco"

Rassegna Stampa  
L'editoriale di Corbo: De Laurentiis vuole guadagnare, i tifosi vincere. Il Napoli di Ancelotti senza ricambi in attacco

Vi proponiamo di seguito l'editoriale di Antonio Corbo per l'edizione odierna di Repubblica:  "Eslusa dai mondiali, l’Italia

Vi proponiamo di seguito l'editoriale di Antonio Corbo per l'edizione odierna di Repubblica: 

"Eslusa dai mondiali, l’Italia del calcio riapre con un campionato diverso. Carico di misteri. Almeno tre fanno riflettere. Nel Paese che si inventò anche il ministero della Semplificazione e promette sempre di sfrondare le tasse, il tifoso non sa quanto e come deve pagare le partite in tv. Chi segue il Napoli, fin da stasera è nelle forche Sky-Dazn. La sfida di Roma non è tra le sette già acquistate, possibile non ci fosse un sistema migliore nel calcio per rimettere le mani nelle tasche dei tifosi senza ulteriore disturbo?

C’è poi Cristiano Ronaldo. Che ci fa il miglior bomber del mondo in una nazione precipitata al 21esimo posto del raking Fifa? Il suo agente, Jorge Mendes, ha scoperto nell’Italia il possibile paradiso fiscale, grazie a una legge del 2014 per attrarre chi ha guadagnato molto all’estero.
Ronaldo, offerto prima al Napoli ma cortesemente respinto per mancanza di un adeguato giro di sponsor, gli ha comunque reso un favore. La sua fama ha archiviato ogni perplessità: vincono Ronaldo e la Juve, dicono tutti. Ogni sedicente esperto si associa al karaoke delle previsioni. Niente conta l’età di Ronaldo, 33 anni ormai, né il disastro del Portogallo nel mondiale in Russia. Resiste però la presunzione di onnipotenza: è tutta da dimostrare sul campo, ma intanto libera il Napoli dall’ossessione dello scudetto dopo un’estate di equivoci, gonfiati dal web. Sono andati avanti il Napoli e i suoi tifosi senza mai intendersi. Più frequenti le smentite del Napoli sull’acquisto di un top-player, più i tifosi ne avvertivano la presenza. Per accogliere Cavani corsero all’aeroporto, non arrivò neanche un sosia o un omonimo. Da un telefonino all’altro girava la foto del biglietto aereo, Parigi-Napoli. Come falsari, ci difendiamo, certo. La voce di una Msc noleggiata per lunedì 6 al molo 8 come palcoscenico per il lancio del nuovo acquisto ha costretto i cronisti a svegliare di notte il comandante per una smentita o una conferma a Barcellona, dove la nave era attraccata venerdì. Per i giornalisti che fatica lavorare al contrario: non cercare più le notizie vere, ma dimostrare che le più clamorose erano false.


Si è consumata nella più sofferta diffidenza l’estate di società e tifosi. De Laurentiis tenta a modo suo di depistare: «Il nostro Ronaldo è Ancelotti». E ancora: «Il vostro Cavani sono io». I tifosi, abbagliati dal nome del nuovo allenatore, credevano più al falso che al vero. Una illusione dopo l’altra: «Se ha preso Ancelotti, vuol dire che anche la ocietà ha deciso di vincere qualcosa... C’è Ancelotti, uno che costringerà il presidente a scucire i milioni per i top-players... Uno che ha vinto con i campioni in mezza Europa, dall’Italia alla Spagna, dall’Inghilterra alla Germania, può mai accettare i Signor Nessuno che Sarri accettava e inchiodava in panchina...».
Troppe cose non si sono detti Napoli e il Napoli. Sono insieme da 14 anni, ma fanno di tutto per non riconoscersi. De Laurentiis l’ha detto anche nell’intervista di giovedì: porta nel calcio la sua cultura di impresa, segue la ragione e non il cuore. Nella sua mente si legge: prima il profitto, poi la vittoria, perché se il Napoli vince guadagno io, se perde ci rimetto io. In quella dei tifosi si legge altro. I tifosi, non solo le frange ostili delle Curve come sostiene il presidente, ma giovani e vecchi, poveri e ricchi, uomini e donne, hanno un’altra gerarchia di obiettivi: prima lo scudetto, poi il bel gioco, se i conti vanno all’aria pazienza, importante è battere la Juve, costi quel che costi… Sono due mondi che si rimettono stasera insieme. Con questa incomprensione di fondo. E in una inconfessabile coerenza. Il club segue la tendenza: la modernità è afferrare una porzione della grande torta, il calcio europeo vale 25,5 miliardi. L’Inghilterra ha tutti i bilanci della Premier in ordine, le società fatturano l’86 per cento più della Spagna seconda nella classifica, l’Italia è quarta con una zavorra di quasi due miliardi di debiti. Il Napoli solo con Juve, Atalanta e Udinese, vanta conti in attivo. Il solare e pacioso Ancelotti tenta di mettere d’accordo i due mondi, il Napoli e il suo pubblico. Per vincere ha una buona squadra che cerca se stessa: dimenticare il gioco di Sarri, darsene uno che porti a vincere finalmente qualcosa, cancellare i dubbi del mercato.
Debole in difesa sulle zone esterne, ancora poco equilibrio tra fase attiva e passiva, nessun ricambio per il centravanti tipo che è Milik, non Mertens.


Lasciate che Ancelotti lavori, pensi, crei. Stasera la Lazio gli offre una difesa a tre un po’ lenta. Contenere e ripartire, Carletto vinceva all’estero, ma ricorda ancora bene l’italiano". 

 

 

 

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