Il Roma: "Niente sorprese tra i pali, Sarri vuole un Reina più forte che mai. Il tecnico però non ha fatto i salti di gioia per la convocazione di Pepe in nazionale"

Rassegna Stampa fonte : Marotta - Il Roma
Il Roma: Niente sorprese tra i pali, Sarri vuole un Reina più forte che mai. Il tecnico però non ha fatto i salti di gioia per la convocazione di Pepe in nazionale

Non ha fatto salti di gioia Maurizio Sarri quando ha appreso la notizia del ritorno di Pepe Reina in nazionale, dopo due anni di assenza: “E’ reduce da un infortunio, deve dedicarsi un paio d'ore al giorno al recupero del muscolo infortunato. E' un momento delicato per interrompere, anche se mi fa piacere la sua convocazione”. I problemi fisici emersi durante il ritiro di Dimaro, hanno spinto il Napoli a dare la caccia ad un portiere. Da qui le trattativa per Sportiello, poi naufragata, sintomo della volontà precisa di garantirsi in quel momento un dodicesimo pronto ad essere impiegato con continuità. Le difficoltà riscontrate per il numero uno dell’Atalanta, unite alle rassicurazioni fornite dal portiere spagnolo, impiegato nelle ultime amichevoli precampionato, hanno di fatto chiuso il discorso, almeno per ora. La prova non irreprensibile fornita col Milan, segnata da qualche uscita avventata a dalla scarsa reattività mostrata sulla conclusione di Niang in occasione del gol del momentaneo 2 a 1, ha fatto scattare l’allarme ma, a ventiquattro ore dalla fine del mercato, appare altamente improbabile il ritorno di fiamma per un nuovo estremo difensore da affiancare allo spagnolo. Sarà Reina a difendere i pali della porta azzurra, un po’ per obbligo e un po’ per scelta. Alle sue spalle Sepe, protagonista involontario di un’estate tormentata. Dopo la negativa esperienza vissuta a Firenze alle spalle di Tatarusanu, condita da pesanti critiche (poi ritrattate) rivolte a Paulo Sousa, il portiere di Torre del greco aveva fatto intendere di essere pronto a giocarsi una chance, nella consapevolezza di avere davanti un collega più esperto. Futuro chiarito, almeno a parole. In realtà Sepe è stato al centro di numerose voci di mercato fino a qualche settimana fa. Indiscrezioni avallate dalle scelte di Sarri che a Dimaro sembrava averlo confinato nel ruolo di terzo portiere. Poi il chiarimento, preteso dal giocatore e dal suo procuratore, Mario Giuffredi, che ha ottenuto garanzie dalla dirigenza del club circa le modalità di impiego del suo assistito. Dodicesimo, con ogni discorso rimandato all’anno prossimo. Una scelta condivisibile per il percorso completato dall’ex portiere della primavera partenopea, maturo abbastanza per giocarsi le sue carte nella squadra che lo ha lanciato nel grande calcio. Terzo Rafael, oramai appartenente all’universo delle promesse mancate e degli investimenti sbagliati. Da stella del Santos a titolare del Napoli, prima del crollo raccontato da un presente tecnicamente povero, senza margini d’impiego. E’ finito schiacciato sotto il peso eccessivo di responsabilità che non poteva ancora reggere, aggravate da una stagione (la seconda di Benitez) nata male e finita peggio. Ha pagato per tutti allora, cedendo il testimone ad Andujar e paga ancora oggi, prigioniero di un contratto oneroso e di una stella che oramai non brilla più.

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