De Laurentiis al Senato: "Il Governo imponga la Serie A a 18 squadre! Campionato retto da 6-8 squadre, il resto è fuffa. Cleaning stadi, leggi sui procuratori e basta debiti" | VIDEO

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Lungo intervento di Aurelio De Laurentiis in Senato

Aurelio De Laurentiis in Senato! Il presidente del Napoli ha parlato a Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica italiana, per aggiornare il Parlamento italiano sui principali problemi del calcio italiano. Un intervento lunghissimo quello di De Laurentiis, che riassumiamo qui sotto nei suoi passaggi principali.

De Laurentiis al Senato

Ultime notizie. Il presidente De Laurentiis ha iniziato la sua audizione al Senato invocando un maggiore interesse della politica ai problemi del calcio italiano:

"Mi spiace far notare che i politici in generale credono che il Governo non debba interessarsi in termini economici del calcio. O meglio che non possa il Governo stesso creare le condizioni che possano eliminare i miliardi di debiti che il calcio accumula ogni anno. Non chiediamo soldi, ma modifiche legislative che permettano al nostro settore di recuperare energie economiche e finanziarie".

Serie A a 18 squadre

Senza girarci troppo attorno, De Laurentiis ha chiesto anche la riduzione del numero di squadre in Serie A:

Noi abbiamo permesso un caos totale nel passare dal 1986 da 16 squadre a 18 e poi 20. Ma le partite passarono e passeranno, fino al nuovo campionato, a 75/80. I giocatori verranno usurati perché, per chi dovesse arrivare fino alla fine, ci sarà un’usura tale per cui quel campione l’anno successivo probabilmente dovrà stare in pensione e non partecipare con la stessa fisicità, preparazione e mente al successivo campionato". 

Il problema però non è solo di natura calcistica, spiega De Laurentiis, ma anche economico:

"Le entrate non saranno commisurate a questa quantità di energia sprecata dove soltanto le istutzioni calcistiche porteranno a casa un risultato economico sulle nostre spalle e sui nostri investimenti. Cosa fare dunque? La Lega di Serie A non avrà mai la forza di ridurre il numero delle squadre, lo deve fare il governo che deve prendere atto che dai prossimi campionati il numero delle squadre deve essere X e non Y, perché non ci sono i fatturati possibili per giustificarne l’esistenza. Questo campionato è portato avanti da 6, massimo 8 società, e c’è bisogno che il governo lo capisca, tutto il resto è fuffa".

Calcio italiano e debiti

Un altro potere che attanaglia il calcio - a detta di De Laurentiis - è lo strapotere di alcune società, in particolare 6-8 club, accomunati da un grande indebitamento:

"Noi vorremmo che il governo stabilisse un voto ponderale a favore delle 6-8 società che sono determinanti per la costituzione di un campionato, perché altrimenti lo stesso non si reggerebbe in piedi. Non possiamo continuare noi 6-8 società ad accumulare debiti. Noi del Napoli abbiamo chiuso il bilancio con un utile di 83 milioni, ma con quale fatica? Non potendo investire sull’impiantistica, sui vivai, dovendo esistere in un coacervo politico difficile come quello del Sud, non certo aiutato da quelli del Nord. Queste 6-8 società con la maggioranza creerebbero quei presupposti di maggiore economicità della quale beneficerebbero anche le squadre minori che però si devono fidare perché sennò creano sempre un ostacolo per una mollica in più.

Poi bisogna guardare alla classifica che è divisa: nella parte di sinistra ci sono 10 squadre che lottano per andare in Europa. Da gennaio in poi ella parte di destra, ci sono delle  squadre che lottano per non retrocedere: voi credete che questo interessi il mondo di chi investe come le piattaforme? Noi abbiamo uno stadio reale e uno stadio virtuale. Nello stadio reale non vengono più i tifosi da quando già capiscono che quelle partite non portano più da nessuna parte. Lo stadio virtuale, le televisioni se hanno un audience bassissimo non hanno nessun interesse a investire. Allora bisognerebbe determinare quali sono i criteri di ammissibilità per stare nella Serie A, che non possono che essere determinati dal bacino di utenza. Perchè se è minimale vuol dire che anche da un punto di vista della virtualizzazione di quelle partite non ci sarà alcun interesse".

Ultras, stadio e tifoserie

Si è parlato anche di altro. Aurelio De Laurentiis ha affrontato il tema della violenza negli stadi, che il Governo ritiene prioritario:

"Noi non abbiamo stadi e infrastrutture, e si è fatta una legge per accelerare ma è tutto da vedere perché poi quando passa in mano alla politica locale, c’è burocratese. Per investire negli stadi, bisogna vedere anche un ‘cleaning' delle tifoserie. In Inghilterra gli hooligans sono stati messi fuori. Da noi abbiamo tifoserie condizionanti che possono dettare leggi limitative sul piano della frequentabilità dello stadio. Quando ho posto il problema ai politici (cita i governi passati, ndr), sono rimasto basito, mi è stato detto: ‘Guardi le tifoserie vanno allo stadio e non le possiamo governare”. Perché rappresentano voti. Questo è gravissimo, rappresenta un’ammissione di debolezza dello Stato significa anche ammettere la delinquenza agli interni dello stadio tant’è che i tifosi che vanno allo stadio terra libera che gli appartiene. È inconcepibile".

De Laurentiis risponde al presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani. Si parla di competitività tra club che hanno un potenziale di investimento molto diverso.

"Noi dobbiamo ragionare in termini anche di equità partecipativa. Se ci sono una serie di società che spondono dai 400 ai 500 milioni all'anno e ci sono società che invece ne spoendono solo 40 milioni, si crea una incapacità competitiva alla pari.

E' chiaro che c'è un divario su cui aprire un dibattito. Se appartengo ad una realtà minore per bacino di utenza, e quindi possibilità di fatturabilità, devo garantire con patrimoni personali la equità comparativa di competizione. Perchè altrimenti accade che alcune società non intervengono sul mercato perchè nn c'è solo un problema di vivai ma anche di intervento e di dire: mi presti per cortesia quel calciatore? Me ne paghi per cortesia il 50% del suo salario? E questo non va bene. Perchè le latre società non possono fare le madri delle società minori.

Abbiamo visto che il City Group che fa capo al Manchester City e fa capo ad un Emirato, detiene la proprietà di 15 società calcistiche in giro per il mondo. In Italia è stato contestato il buon Lotito con la Salernitana, che ha dovuto svenderla rimettendoci anche dei soldi. Dove sta la Salernitana? Sta retrocedendo.

Allora qui è un sistema che al di là del tifo che ognuno di noi può fare per la propria città, però qui bisogna levare di mezzo la democraticità del sistema. O è un sistema di merito, economico, finanziario, di bacino di utenza oppure non ci sarà mai una equa competitività tra le parti"

De Laurentiis risponde al presidente del Verona, Maurizio Setti

Prima Setti lamentava di non essere d'accordo con me. Ma il Verona è già di per sè un'entità economica straordinaria. Perchè Verona attraverso la sua Arena ha una sua competenza internazionale e mondiale. Il Venezia, che cosa è più famoso nel mondo di Venezia? Allora da imprenditore uno deve sapere investire per tirar fuori tutte quelle opportunità che il Verona, non solo attraverso l'Arena. Ieri sera guardavo il concerto dei Volo che era incredibilmente straordinario, trasmesso in tutto il mondo. Allora bisogna capire come combinare i fattori della produzione affinchè rendano meno pesante quel gap che se lo esaminiamo soltanto sul piano sportivo potrebbe esistere.

Lei crede che io sia un antesignano provocatore della innovazione. No, io sono costretto a farvi notare che voi avete purtroppo condizionato il calcio invecchiandolo a dismusura. Se voi pensate che ancora oggi noi siamo obbligati, non ad osservare la liberalità che un imprenditore dovrebbe avere, ma a dover fare cose per assegnare i diritti dei bandi, dei bandi assurdi. Dove addirittura determinate persone giuridiche che hanno santi a amici in Parlamento, condizionano la redditività del calcio italiano.

Noi nei prossimi cinque anni saremo costretti a scomparire ulteriormente dalla competitività. Perchè? Perchè ci sono delle piattaforme che vivono ad uso e consumo del calcio italiano senza produrre effetti positivi. Ci hanno offerto un 50% sui revenues? Falso! Abbiamo fatto i calcoli. Non esiste produttività assoluta nei prosismi cinque anni. Quindi siamo stati gabbati un'altra volta. Voi tutti questi problemi non li conoscete.

De Laurentiis sulle multi proprietà in famiglia

Siamo li correttamente sintonizzati sui vivai, su questo ed altro. Ma vi rendete conto che ne la Serie B e ne la Serie C, se non intervengono grossi gruppi e fondi stranieri ci sarebbe il disastro più totale? Eppure se a noi fosse stata data la possibilità per una stessa famiglia di avere due gruppi di calcio in campionati diversi... cosa che invece dovrebbe essere possibile perchè lo fanno per il City Group! Stanno addirittura nello stesso campionato. A noi ci è stato detto: no, non è possibile. E cosa farà quella società calcistica una volta che la famiglia De Laurentiis si sarà stancato? Probabilmente sarà destinata a rimanere dov'è o a fallire a meno che ci siano dei gruppi stranieri o italiani che possano intervenire poderosamente. Allora il problema qual è? In Germania lo sapete che uno non può avere più del 49% di proprietà? Allora fate una legge epr la quale un gruppo straniero non possa avere più del 49% di proprietà. E così almeno gli italiani che conoscono il sistema, il mercato e i problemi, rimarranno con il 51% in sella a qualche cosa in cui hanno investito permettendo a dei fondi stranieri di essere soltano un partner finanziario.

De Laurentiis rivela un retroscena su Caivano che vede coinvolto il ministro Abodi.

Io non ce l'ho contro i vivavi e non ce l'ho contro Caivano. Ma io mi sono messo in macchina, avevo la scorta. Ci ho messo un'ora da Napoli centro a Caivano per andare a vedere un terreno che mi era stato proposto dal ministro Abodi. Al che l'ho chiamato e gli ho detto: Andrea ma tu mi fai perdere tempo.Ma hai visto qui che casino che c'è? ma come puoi pensare che i ragazzini di dieci anni possano raggiungere questo da napoli, da Caserta. Non è possibile. Adesso voi avete bisogno di riqualificare quel progetto, grazie a Meloni che si è interessata. Però il Napoli non può mettere lì un suo centro sportivo, dove far venire i ragazzini di dieci e undici anni o sedici anni. Non si può fare.

Allora voglio dire, Napoli ha mille problemi: cerchiamo prima di tutto di fare degli stati generali con il governo del calcio. Sediamoci in pochi, volenterosi di tutti i partiti dell'arco costituzionale. Tutti siamo tifosi del calcio. Ci sono 27 milioni tifosi in Italia, che possono essere 27 milioni di elettori di voi stessi. facciamo una commissione costruttiva, massimo di una trentina di persone. E cerchiamo di curare con priorità le storture che si sono realizzate negli ultimi 30 anni.

I procuratori sportivi

Infine, l'atavico problema dei procuratori sportivi, che per De Laurentiis è uno dei grandi mali del calcio:

"Bisognerebbe eliminare i ricatti dei procuratori che sono la vera problematica del sistema calcio per l’indebitamento. Fanno innalzare e lievitare i costi dei vari calciatori. Come si combattono? Allungando per legge la possibilità di fare contratti, da almeno di 8 anni in modo tale che dopo i primi due anni il procuratore non va da altri club per far salire il salario previsto inizialmente per quel calciatore. E bisognerebbe dare poi la possibilità ai club di essere procuratori dei calciatori. Allora il problema si risolverebbe: non ci sarebbero situazioni illegali, di cui sentiamo parlare senza prove concrete, all’estero". 

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