Marelli: "Challenge? Servirebbe a mettere il VAR a servizio di tutti"

Le Interviste  
Marelli: Challenge? Servirebbe a mettere il VAR a servizio di tutti

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio - 3° Tempo è intervenuto Luca Marelli, ex arbitro:

"Turno di campionato confuso da parte degli arbitri? Dipende. Ribalto la domanda: questa giornata sono stati fischiati 9 rigori e probabilmente ce n'erano un altro paio. Prendendo questi episodi, quali rigori togliereste? Se c'è una confusione, vuol dire che qualche rigore assegnato, non doveva essere assegnato. lo penso, invece, che non ce ne sia uno che non doveva essere assegnato. Credo che ci sia caos, ma non a livello arbitrale, piuttosto mediatico.

Episodio di Kyriakopoulos su Baldanzi fortuito? Collina, molto spesso, diceva che in mezzo al campo non ogni contatto è un fallo e quindi un rigore e questa è la base da cui partire. Purtroppo, ci stiamo abituando ad un calcio televisivo in cui ogni contatto deve essere punito, ma non è così. Il calcio è un gioco di contatto e bisogna porre dei paletti. Per quanto riguarda Monza-Roma, io sono andato diretto sulla non punibilità: su quell'episodio bisognerebbe ragionare un quarto d'ora, ma io ho solo 30", e conosco qual è la linea su quella tipologia di contatti. leri sera, Gervasoni a Open Var ha detto che il rigore su Di Lorenzo non va fischiato e sono d'accordo, quello di Como-Verona è un errore e sono d'accordo, quello di ieri sera è un po' più evidente rispetto agli altri due, ma ci stava bene non fischiarlo e sono d'accordo. Lì è stato commesso solo un piccolo errore sulla spiegazione: la volontarietà, fortuità non contano, ciò che deve essere valutata è la punibilità. Quello che considero è che sia un contatto non così pesante, poi ci si può essere d'accordo o meno e sono consapevole che su quell'episodio ci siano pareri differenti.

Fallo su Kvara, il VAR poteva intervenire? Secondo me, no. L'entità di una spinta si valuta più in campo che al VAR, inoltre l'arbitro era in ottima posizione. Se l'arbitro ha piena visione di quello che è successo, rivedrebbe esattamente ciò che ha già visto. Il regolamento del gioco del calcio è sostanzialmente facile, ma è profondamente e maledettamente complicato perché pieno di interpretazione: la parte interpretativa è il 90% di tutto. Ed è complicato avere linee guida oggettive su ciò che è lo scibile umano relativamente al gioco. Challenge può essere una soluzione? Sono sempre stato favorevole perché ritengo che il VAR debba essere a servizio del calcio, al momento è solo al servizio degli arbitri. Mi rifaccio all'esperienza americana dov'è presente il challenge e penso che ci arriveremo, ma non nel breve termine. Comunicare anche allo stadio? C'è una narrazione che un po' svia la realtà. Su questo non sono d'accordo perché non cambierebbe nulla. Negli USA annunciano qual è stata l'infrazione punita. Non la vedo come una grande opportunità o un innovazione necessaria. Fallo di Kempf su Anguissa? Uno step on foot da cartellino giallo, non ci sono i presupposti per un cartellino rosso. L'arbitro comunque non l'ha visto, capita che gli arbitri sbaglino. Intervista agli arbitri nel post-partita? Non credo che sarà mai possibile, non vedo quale sarebbe la ricchezza che se ne trae. Dopo la partita, gli arbitri non vedono nulla, sono in spogliatoio a fare rapporto, a cambiarsi, a colloquio con l'osservatore. Un'intervista dopo la partita sarebbe un assedio su qualcosa che l'arbitro non ha potuto neanche rivedere. Credo che sarebbe interessante se gli arbitri si aprissero a interviste 2-3 giorni dopo".

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