“Il gol annullato a Cannavaro? Errore mio, lo commisi a vantaggio della Juve, lì per lì non mi resi conto, poi rivedendo dopo capii quello che era successo. Il dubbio che non fosse calcio d’angolo in Juve-Parma ce l’avevo, e poi parliamoci chiaro, io arbitro di Roma non dovevo essere designato in quella gara, come qualcuno di Torino non doveva fare la Lazio. Non sono mai stato tifoso della Juve, in quella partita feci più danni che favori. Lì era tutto organizzato il giorno prima, il problema fu Fiorentina-Lazio arbitrata da Treossi”. A parlare è Massimo De Santis, l’arbitro che nel 2000 annullò la rete a Fabio Cannavaro nei minuti finali in un Juventus-Parma. L’ex direttore di gara è intervenuto a Radio incontro Olympia nel corso della trasmissione Estrema Lazio. Poi De Santis ha aggiunto: "Arbitri scarsi? Quelli di adesso sono scarsi che fanno 200 partite in serie A, prima non era così, se facevi male, andavi in B e restavi lì fino a quando non risultava che eri migliorato. Oggi l’arbitro è diventato impiegato dello stato, che viene mandato via solo se ruba o arriva alla pensione” .
De Santis non si ferma e parla senza peli sulla lingua: “Oggi non ci sono arbitri avvicendati per motivi tecnici, sono davvero pochi o nessuno. Prima non era affatto così, non andava in questo modo. Giacomelli? Guardate non mi fate dire tanto, però con Orsato ad esempio c’è un abisso e non mi riferisco all’arbitro, Orsato potrebbe arbitrare fino a 50 anni. Ora quelli bravi della B c’hanno un tappo sopra e difficilmente riescono ad emergere. Oggi sono diventati troppi e il Var toglie visibilità. Aiuta tanto ma toglie tanta visibilità e l’arbitro ne ha bisogno”.
Quindi su Calciopoli: "Fui chiamato a Perugia per sapere se Palamara dava informazioni sul processo Gea, il quale era una costola del processo Calciopoli. Chiesi di fare un confronto con Narducci, ma lui si è sempre tirato indietro. Io sono stato condannato per due gare, Fiorentina-Bologna e Lecce-Parma non per motivi legati alla Juve. Anche Lotito fu citato in quella vicenda ma nelle intercettazioni non risultò nulla di importante”.
L’arbitro ripensa al passato: "Ti diverti tanto quando arbitri, specie quando hai a che fare con campioni come Veron, Nedved o Almeyda. Non ho mai subito sudditanza dalle proteste, in questi casi deve influire molto il carattere del direttore di gara. Ricordo che il Milan non voleva più che arbitrassi, lo presi come un complimento. Io vendicativo per le simulazioni? No, ma dopo averne viste alcune cambiai atteggiamento. Diedi un rigore a Del Piero che non c’era, mentre ricordo che Inzaghi era bravo come pochi in area di rigore. In un Piacenza-Bologna gli diedi quattro rigori”.