Meret, il nonno rivela: "Futuro? Vuole giocare un anno con la maglia dell'Udinese"

Rassegna Stampa fonte : messaggeroveneto.it
Meret, il nonno rivela: Futuro? Vuole giocare un anno con la maglia dell'Udinese

«L’ho visto giocare una sola volta dal vivo a Porpetto con i Giovanissimi dell’Udinese e mi è bastato per dire: questo è bravo». Il “questo” a cui si fa riferimento è Alex Meret e a parlare è Edo Vissa, presidente onorario del Flambro, un’istituzione in paese, ma soprattutto nonno materno del portiere friulano che tanto sta facendo parlare di sè dopo la convocazione in Nazionale A ad appena 20 anni.

Il nonno di Alex, 83 primavere portate alla grande, vive a Flambro, il paese che ha dato i natali a due azzurri del calcio, Annibale Frossi (al quale è intitolato il campo) e Daniele Zoratto, regista del Parma di Scala. Lo conoscono tutti, ha una storia da raccontare. «I bambini ai miei tempi giocavano a pallone in piazza scalzi. Una domenica andammo sui prati e mi fratturai tibia e perone. Rimasi in ospedale dal 28 ottobre al 6 febbraio. Lì finì la mia storia con il calcio giocato».

Ricorda tutto, date lontane e vicine. La vita gli ha dato e tolto come a tutti, ma la sua serenità è straordinaria. «Quella di portiere è una vocazione. Alex era piccolo quando nella sua casa di Flambruzzo giocava in cortile tirando la palla sul muro e tuffandosi per riprenderla. In famiglia giocava anche mio figlio Mauro: nel ’75 a 19 anni fece due provini con il Milan, ma era troppo vecchio per la Beretti e troppo giovane per la prima squadra. Poi è incappato in due infortuni alla spalla e si è messo a fare il preparatore dei portieri».

Oltre a Mauro, nonno Edo e sua moglie Nerina hanno avuto Manuela, la mamma di Alex. Siamo accolti nella stanza da lavoro del signor Vissa che per una vita ha fatto il sarto come confermano le due macchine da cucire e l’enorme specchio. Sempre di lavoro con le mani si tratta. «Qualcosina faccio ancora, ma poca roba, mi sono operato al tunnel carpale».

Nella sua stanza c’è un televisore. «Il calcio? Lo guardo, certo. Meglio se gioca mio nipote. Che emozione saperlo convocato in Nazionale A. In campo qualche minuto con l’Olanda? Sarebbe bello, io ci spero».

Il titolare sarà Donnarumma. «Ma il giudizio che Buffon ha dato di Alex è importante, mi inorgoglisce». Come le visite del suo nipote. «Viene spesso a trovarmi. No, non gli dò nessun consiglio, gli auguro solo tanta salute e un po’ di fortuna, i mezzi ha già dimostrato di averli. Uno come lui non si monterà la testa, il ragazzo è serio». Meret, Scuffet, Perisan: all’improvviso le mamme friulane hanno ripreso a “produrre” calciatori di serie A.
«Non credo sia una questione di generazione. Ma i ragazzi devono capire che per essere qualcuno bisogna lavorare sodo e avere testa. Mia figlia ha fatto il suo, certo: per dieci anni lo ha portato su e giù per gli allenamenti, non ne saltava uno».

L’ultima domanda presuppone la risposta più difficile. Dove giocherà il prossimo anno Meret? «Alla Spal sta benissimo, ma prima di andare in un grosso club vuole fare un anno all’Udinese». Così, diretto, senza tanti giri di parole. Grazie nonno Edo

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