L’imbarazzo della scelta di Aurelio De Laurentiis

Editoriale  
L’imbarazzo della scelta di Aurelio De Laurentiis

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis rompe con il presente con Garcia, sceglie il passato con Mazzarri, adesso deve guardare già il futuro: con chi?

Ultime notizie Napoli - L’imbarazzo della scelta di Aurelio De Laurentiis. La si può interpretare a proprio piacimento, la frase.

di Claudio Russo (@claudioruss)

La scelta di Walter Mazzarri, invece, dà l’idea di spavento. Come quando ci si rintana sotto le coperte, pensando che queste possano isolare dal mondo esterno. Ma la realtà dice altro: Walter Mazzarri non allena da 18 mesi, il contratto lo spinge automaticamente nella categoria dei traghettatori di alto livello, era (è?) in parabola discendente, si era praticamente candidato in una intervista al Corriere dello Sport, pronto a snaturare tutto ciò che è stato tatticamente nella vita per la sua Last Dance, come se guardare il Napoli di Spalletti - per quanto un allenatore sia capace di carpire movimenti e automatismi più dei comuni mortali - permetta di assimilare anche ciò che intercorre nei rapporti tra i calciatori (il racconto di Osimhen su Spalletti al podcast di John Obi Mikel è indimenticabile).

La realtà dei fatti racconta di un Napoli campione d’Italia che in sei mesi passa da uno scudetto dominato all’aver perso allenatore e direttore sportivo, sostituiti da Garcia (preso dopo molti rifiuti, anche di allenatori non ancora totalmente affermati) e da Meluso (firmato un mese dopo Garcia, quindi già di per sé in posizione svantaggiosa). E tutto questo senza tirare in ballo i rinnovi contrattuali fermi, con tanto di comunicato forte su Kvaratskhelia.

Ad inizio millennio, in quel gioiellino televisivo di Brand:New su MTV, Massimo Coppola - parlando della convention dell’Ulivo - non sapeva che avrebbe anticipato di vent’anni un concetto: "una ventata di novità, un dito in quel posto al futuro". Almeno a breve termine. Nulla contro l’allenatore, che si spera possa mantenere il Napoli - dotato di una rosa di giocatori spaventosamente e vergognosamente forte - almeno in posizione valida per la qualificazione Champions, risultato minimo che, comunque, fosse raggiunto manterrebbe il voto stagionale appena sufficiente. Come le scuderie di Formula 1 che ad un certo punto, durante la stagione, interrompono gli aggiornamenti della monoposto per concentrarsi sul campionato successivo. La mossa di De Laurentiis, però, regala una strana sensazione, ovvero che la stagione del Napoli sia finita qui. Non perchè tutto da buttare, ma legata alla stagione 2024-2025. L’idea di sfruttare questi mesi per trovare un nuovo allenatore per il nuovo manifesto “A New 3ra” annunciata in pompa magna sulla nave MSC. In solitudine, sia chiaro.

De Laurentiis rende reale ciò che voleva fare Funari, ricoprire ogni mansione: allenatore (perchè se si chiede di fare il 4-3-3, si è allenatori in pectore), team manager, direttore sportivo, consigliori nell’ombra. Dev’essere anche un fan del filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre: uno stimato appassionato di solitudine, perché l’uomo è solo di fronte alla scelta. Può chieder consiglio ma sta a lui decidere se seguirlo o meno. Perchè la scelta è sempre e comunque sua, in solitudine. Aurelio De Laurentiis ha scelto Walter Mazzarri, nell’anno dello scudetto e dopo esser incappato in una serie di circostanze (Spalletti, Giuntoli, Garcia, Meluso) che lo hanno visto sempre protagonista. Un uomo solo al comando, ma che da oggi può e deve iniziare già a porre le basi per il futuro. Se ci si vuole intestare l'essere artefici dello scudetto, ci si deve intestare anche l'essere artefici delle scelte negative.

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli
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