IL GIORNO DOPO LA TRENTADUESIMA GIORNATA...il Divin Pipita, gli 'uno-due' senza ritorno e lo stratagemma di Penelope

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IL GIORNO DOPO LA TRENTADUESIMA GIORNATA...il Divin Pipita, gli 'uno-due' senza ritorno e lo stratagemma di Penelope

Il giorno dopo la trentaduesima giornata si inizia nel tardo pomeriggio del sabato con il Milan che le prende anche in quel di Udine e si continua in serata con la Roma che cade a Milano.  Sul risultato di uno pari, Mancini e Garcia infilano dentro tutti gli attaccanti a loro disposizione. Si chiuderà con complessivi 12 elementi d’attacco in campo su 20 giocatori di movimento. Qualcuno la doveva pur buttare dentro. Ci penserà il solito Icardi. Per l’argentino, classe ’93, scuola Barcellona, uno dei pochi errori in carriera di Guardiola che volle allontanarlo, goal n°31 in neanche due anni di Inter. Mica pochi.

Il giorno dopo la trentaduesima giornata, si continua alla domenica con La Juventus che cede al Toro il derby e con altri risultati pro Napoli. Paloschi e Bizzarri  fermano la Lazio all’Olimpico; Cop e Farias sbancano Firenze.  Per gli azzurri si riaprono insperate speranze di agguantare un gradino del podio.

Il giorno dopo la trentaduesima giornata,  Benitez per poter sferrare l’attacco decisivo alle due squadre della capitale, rispetto alle ultime uscite, ritocca l’undici iniziale in ogni reparto. Ad Henrique la maglia dello squalificato Maggio in difesa. Si rivede Jorginho in mezzo al campo e Gabbiadini a supporto di Higuain. Riposano Hamsik e Mertens. Lo slovacco entrerà nella ripresa e darà il suo contributo.

Il giorno dopo la trentaduesima giornata, pronti via e gli azzurri partono con il piede sull’acceleratore. Difesa altissima, reparti stretti, attaccanti che si muovono in continuazione. Costante ricerca dell’uomo tra le linee che, spesso e volentieri è Higuain. E quando il pallone è tra i suoi piedi, si ha sempre netta la sensazione che qualcosa possa accadere. Non manca qualche lancio lungo ed inutile di Britos. Ma se non li facesse, non sarebbe lui.

Il giorno dopo la trentaduesima giornata, il Napoli arriva facilmente al tiro. In più di un’occasione è bravo Viviano. La difesa quasi a ridosso della linea di metà campo comporta inevitabilmente dei rischi. Poco dopo il decimo minuto, Ghoulam si lascia sorprendere alle spalle da Eder. Il brasiliano naturalizzato italiano se lo beve in velocità. Sul suo traversone è sfortunato e mal posizionato con il corpo Albiol che infila nella porta sbagliata. Gli azzurri si ritrovano immeritatamente sotto.

Il giorno dopo la trentaduesima giornata, questa volta lo svantaggio non demoralizza la truppa di Benitez che reagisce con veemenza ed organizzazione all’immeritato svantaggio. Dopo un paio di buone occasioni, il pari lo regalerà  Viviano, ma anche i regali bisogna saperseli meritare. E il Napoli se lo meritava eccome. Il vantaggio è una perla di Higuain. Pregevole “uno – due” con Gabbiadini e conclusione da campione. L’argentino appare in splendida forma e quando ha compagni con cui dialogare si esalta ancora di più. Certamente non gli staranno mancando gli “uno – due” senza ritorno con de Guzman. E neanche i tifosi ne staranno sentendo la mancanza.

Il giorno dopo la trentaduesima giornata, la ripresa si apre con un’altra perla. La regala Insigne. Con la specialità della casa, il tiro a giro, pesca l’angolo lontano. Poi esultanza liberatoria e lacrime. Tutto molto bello. Anche le lacrime. A metà novembre il grave infortunio. Il ragazzo ha bruciato le tappe per esserci in questo finale di stagione. E’ tornato ancora più forte e arrabbiato di prima. Il talento abbinato al sacrificio e al servizio della squadra. Solo così si diventa giocatori completi. E il merito della sua crescita è da ascrivere a Bentitez. Poi, è normale, il ragazzo ci ha messo del suo con l’impegno e l’umiltà. Saper interpretare le due fasi è d’obbligo nel calcio moderno. Sono anni che ammiriamo e decantiamo il talento di giocatori quali Ribery e Robben. Ma anche loro spesso li vediamo sulla linea dei difensori. E nessuno si scandalizza e li definisce terzini.

Il giorno dopo la trentaduesima giornata, il poker lo serve il Divin Pipita che trasforma un rigore procurato da Hamsik. Poco dopo Benitez gli regala qualche minuto di riposo e una meritata standing ovation. La gara non finisce in goleada solo perché Viviano, regalo a Gabbiadini a parte, si dimostra ancora una volta un buon portiere. Nei minuti finali, solo per gli almanacchi la rete di Muriel che indovina un missile all’incrocio dei pali.

Il giorno dopo la trentaduesima giornata, normale che giocando contro la Sampdoria di Mihajlovic in tanti abbiano sollecitato il tecnico serbo sul suo futuro. Nulla di personale contro l’ex giocatore di Roma, Lazio e Inter. Ma un cambio in panchina, significherebbe dare ancora tempo e alibi alla Società. Bisognerebbe ricominciare. Un altro biennio, un altro mercato della verità. Nessuna continuità tecnica e il famoso progetto finirebbe per somigliare sempre di più all’altrettanto famosa tela di Penelope. E questo i tifosi non se lo meritano. Perché quello di Penelope fu uno stratagemma. E non vorremmo che lo fosse anche il sostantivo progetto.

Stefano Napolitano

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