Delio Rossi: "In A venti squadre sono troppe. D'accordo col turn over di Benitez. Non escludo gli azzurri dalla corsa scudetto"

Rassegna Stampa  
Delio Rossi: In A venti squadre sono troppe. D'accordo col turn over di Benitez. Non escludo gli azzurri dalla corsa scudetto

Si riparte. Con una mezza certezza in più: il Napoli è rientrato nella corsa tricolore. La sosta del campionato ha lasciato praticamente le cose intatte rispetto allo scorso anno, le prime tre sono sempre le stesse.
L’impressione è che tra di loro sia diminuito il gap.A fatica le milanesi stanno cercando di risalire,Mazzarri saluta e si rivede Mancini. Zeman rimette piede al San Paolo e il ct Conte lancia il solito grido di allarme sulla Nazionale.«È l’abituale ritornello di chi scopre quanto sia difficile guidare l’Italia», sottolinea Delio Rossi, ex allenatore in A anche di Salernitana,Genoa, Samp, Palermo, Lazio e Fiorentina, che ha rilasciato un'intervista a Il Mattino: «Lo sfogo di Conte non mi sorprende.Una cosa è fare il selezionatore,un’altra l’allenatore. Lui ha sempre fatto l’allenatore e ora sta scoprendo quanto sia difficile lavorare sul campo una volta ogni due mesi».
Ci sarà pure qualche soluzione.«Per restituire qualità al campionato bisognerebbe ridurre il numero delle partecipanti in A,venti sono troppe.Ma non è possibile per ovvi motivi di sponsor e di soldi».
Siamo messi proprio male a livello di calcio giocato?«La Juve ha un budget di 300 milioni e gioca contro avversari che muovono non più di 30 milioni.Differenze eccessive che tolgono equilibrio e interesse al torneo». 
Sacchi sostiene che siamo troppo  difensivisti e che la cultura calcistica italiana è indietro di vent’anni rispetto al resto dell’Europa.«Non sono d’accordo.Gran parte delle nostre formazioni vanno in campo per vincere. Oltre alle prime tre mi vengono in mente la Fiorentina, il Milan, il Cagliari, le genovesi.Senza dimenticare Sarri,che fa giocare molto bene il suo piccolo Empoli».
Juve sempre da preferire al resto della compagnia?«Ha qualcosina in più ma la differenza non mi pare abissale come nelle stagioni precedenti.Roma e Napoli sono sullo stesso livello». 
Merito di chi o di cosa se esiste maggiore equilibrio tra le prime tre?«La Champions fa la differenza. Guardate la Roma:ha più pause e più infortuni.Un anno fa viaggiava a mille perché non aveva le coppe.In termini di punti e di fatica, la Champions toglie parecchie energie psico-fisiche».
Quindi il Napoli è avvantaggiato.«Dipende da quale squadra manderà in campo.L’Europa League non è la stessa cosa della Champions,su questo non c’è da obiettare.Se Benitez continuerà nel suo turnover, continuerà a guadagnarne in campionato».
Si ricomincia con Zeman che sfida Benitez.«Bella partita, oserei dire spettacolare perché queste due formazioni sono predisposte al gioco offensivo. Il Cagliari crea problemi perché Zeman è sempre imprevedibile ma vediamo prima come stanno gli azzurri. Se il Napoli è quello di prima della sosta,non c’è partita».
C’è qualcosa che accomuna questi due tecnici?«Sono due allenatori che prediligono un sistema di gioco ben preciso, solitamente con loro si costruiscono gruppi adatti a un modo di intendere il calcio».
Quale idea si è fatto di Benitez?«Nessuno può metterne in dubbio il valore, i risultati parlano da soli.Lo trovo un tipo molto coerente,che porta avanti le idee con fermezza. Farà sempre meglio fino a quando gli consentiranno di sviluppare il progetto che ha intrapreso un anno fa.Crede in quello che fa e questo è un pregio,non significa affatto essere testardi.Prendiamola formazione di domani:mancheranno sia Insigne che Mertens ma vedrete che Benitez non cambierà il modo di giocare. Adatterà un elemento in quel ruolo,lo schema tattico resterà però quello abituale».
Il Napoli può prendere la Juventus?«E perché no?Ha qualità per farlo,lo ha dimostrato di recente.Se batte il Cagliari e riparte con la stessa intensità di prima, ci divertiremo».
Magari se qualcuno tornasse ai livelli standard, Hamsik ad esempio. «Vero,ho la sensazione che Marek possa rendere di più partendo da lontano e non spalle alla porta. Per intenderci da centrocampista e non da seconda o terza punta».
Quindi crede a un Napoli da scudetto? «Sì».

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