La sconfitta con la Roma, il pari con l'Inter, l'allungo della Juve e la lite con Improta hanno scatenato, nelle settimane scorse, un clima infernale sull'ambiente Napoli. Sul banco degli imputati è finito Maurizio Sarri. La squadra azzurra e il tecnico toscano hanno saputo rispondere sul campo con il ritorno alla vittoria contro il Genoa al San Paolo, approfittando del pari della Spal con la Juventus e accorciare sulla capolista. La vetta dista solo due punti, il destino è nelle mani del Napoli. Mancano nove partite, bisogna vincerle tutte per aggiudicarsi lo scudetto.
Il popolo napoletano resta fedele al suo condottiero, nonostante la bufera che ha colpito Sarri. I tifosi non tradiscono, consapevoli del lavoro del tecnico toscano e confidano nel suo gioco spumeggiante per far tornare lo scudetto a Napoli che manca da trent'anni. "Siamo tutti Sarri", lo striscione in Curva B prima di Napoli-Genoa, un attestato di fiducia e il segnale che questa città è stregata dalle gesta dell'ex allenatore dell'Empoli.
Gli attestati di stima non fanno impazzire Sarri, a lui piace lavorare e restare nel suo ufficio a studiare come battere il prossimo avversario. Ma resta riconoscente al popolo napoletano che non ha mai rinnegato il suo operato. La storia e il destino hanno voluto che un toscano, nato a Napoli, possa scrivere un pezzo di storia del calcio azzurro. Manca solo la ciliegina sulla torta per paragonare Sarri all'unico che fa battere i cuori dei tifosi napoletani a distanza di trent'anni: Diego Armando Maradona.
di Simone Scala (Twitter: @SimoneScala17)
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