Corbo: "Napoli, è finito un ciclo: andranno via quasi tutti, da Ancelotti a Koulibaly"

Rassegna Stampa  
Antonio Corbo e De Laurentiis, RepubblicaAntonio Corbo e De Laurentiis, Repubblica

L'editorialista di Repubblica preannuncia la fine di un ciclo in casa Napoli, prevedendo per il fine stagione l'addio di Ancelotti e dei calciatori più rappresentativi del club, compreso Koulibaly

Ultime notizie calcio Napoli. Non si parla d'altro che dell'avvenuto ammutinamento ai danni del presidente De Laurentiis da parte della squadra, capeggiata dal capitano Lorenzo Insigne. Nelle parole di Antonio Corbo, editorialista del quotidiano La Repubblica, ciò che è accaduto equivale alla fine di un ciclo.

Non è finito, ma si è ormai chiuso un altro ciclo. Il Napoli è andato in pezzi la scorsa notte, mentre il suo capitano affidava al vicepresidente Edoardo De Laurentiis un messaggio con tutta la grazia che si riconosce a Insigne. "Devi dire a tuo padre che noi andiamo a casa". Poche parole per una rivolta. Niente ritiro, il bus con il motore acceso riparte quasi vuoto, a bordo solo Ancelotti e il suo staff. Ciao, ciao, che brutta serata. Spariscono i giocatori con auto e famiglie in una notte che diventa punto di confine tra illusioni e disfatte, finzione e scontro, punti svaniti e difficili tentativi di recupero. Niente sarà come prima perché l’ordine del presidente è stato disatteso, il no della squadra si rivelacome fuga dal dovere, la reazione della società non è un provvedimento ma per ora la minaccia di un ricorso al Collegio arbitrale presso il tribunale di Napoli. Se i giocatori hanno ribadito il rifiuto ed anche ieri nessuno li ha bloccati, occorreva una soluzione. Delega ad Ancelotti: decida lui. Elementare, l’allenatore aveva già rivelato lunedì di essere contrario al ritiro. L’ha abolito, come in realtà avevano già deciso Insigne e gli anziani. Non c’era altro finale possibile, per ora. Insigne aveva parlato da capitano, non poteva essere colpito e isolato. Clamoroso sarebbe stato l’esonero di Ancelotti, perché aveva manifestato il suo dissenso. Ipotesi che circolava ieri, ma inverosimile. Assumere un allenatore capace di imporre ritiro e rigore. Ma ce n’è uno giusto per riportare il Napoli su e mettere tutti in riga? Con le sue ragioni, De Laurentiis ha solo rinviato la resa dei conti. Sarà brutale se il Napoli non rimarrà nel circuito internazionale e non risalirà dal settimo posto al quarto, che vale la Champions. I poteri attribuiti ad Ancelotti sono pari alla sua debolezza.

Con una squadra scadente quando gioca e ostile quando viola le consegne della società è logico prevedere a fine campionato cessioni di massa e nuovo ciclo. Meno logico pensare che rimanga Ancelotti, apparso a sua volta seccato e deluso. Il suo dissenso ufficiale al ritiro conferma che non era condiviso. Non se l’aspettava l’allenatore che per la sua vocazione aziendalista ha accettato tutto, anche troppo, perdendo simpatie tra i tifosi. A Napoli è amato chi si pone in antitesi al presidente, con segni di insofferenza, silenzi loquaci, improvvisi strappi. Strano, ma è così. Benché inseguiti alla fine, sono andati via Mazzarri e Sarri lasciando il Napoli secondo, si è staccato in silenzio Benitez da un Napoli quinto. Fallito. Presidente e Ancelotti avranno magari tempo per chiarire, chissà. Non i giocatori. De Laurentiis ancora prima che si ribellassero al ritiro aveva patito richieste altissime per il rinnovo di alcuni contratti. Per gli anziani la Cina diventa davvero vicina. Come probabile è la partenza dei più richiesti. Koulibaly fra questi. Fondare il prossimo ciclo sui livori di questi giorni rende ancora più grave lo sfascio. Tutto per il capriccio di un ritiro.

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