Mattia Grassani ha rilasciato una intervista alla Gazzetta dello Sport riguardo una sorta di modello Premier League da applicare anche alla nostra serie A. Di seguito le dichiarazioni più importanti evidenziate da CalcioNapoli24.
Come potrebbe la Serie A lasciare la Figc?
«La separazione può avvenire o attraverso un accordo con la Federazione oppure attraverso una scissione unilaterale, che passi da una delibera di un’autorità politica (Ministero dello Sport), legislativa, del Coni o da un provvedimento giurisdizionale simile a quello visto in ambito europeo per la Superlega».
Che cosa potrebbe portare alla Serie A quest’autonomia?
«Con un accordo con la Figc, la Serie A potrebbe dotarsi di un sistema di autoregolamentazione, anche all’accesso nella Lega, di arbitri propri e di organi di controllo che sostituirebbero la Covisoc: alla Figc competerebbero solo compiti amministrativi, di gestione dei rapporti tra Leghe, con gli organi sovraordinati come Fifa e Uefa e relativi alle competizioni delle nazionali. La possibilità di darsi da soli delle regole a quel punto potrebbe incidere sull’individuazione del numero delle squadre, delle retrocessioni, sul format, ma anche su extracomunitari, liste tesserati, criteri di rilascio delle licenze e la gestione dei ricavi come i diritti tv».
Difficile pensare oggi a un accordo. In quel caso chi decide?
«Occorrerebbe un provvedimento del Coni o, piuttosto, un intervento normativo, di modifica del Decreto legislativo 242/1999 e delle altre leggi in materia di sport, che riconoscano alla Lega Serie A status analogo a una Federazione Sportiva nazionale e, dunque, un legame diretto con il Coni che bypasserebbe la Federazione. Andrebbe però in questo caso coordinato il nuovo status con la necessità per i club di continuare a far parte di organismi sovranazionali quali Uefa e Fifa. In alternativa resta la strada del contenzioso che si svilupperebbe sul canovaccio di quanto recentemente sancito dalla Corte di Giustizia nel caso Superlega».