Giordano: "Il vero problema è la difesa, più di Milik sta pesando l’assenza di Albiol. Serve la piena fiducia in Gabbiadini"

Rassegna Stampa fonte : Lavardera - Il Roma
Giordano: Il vero problema è la difesa, più di Milik sta pesando l’assenza di Albiol. Serve la piena fiducia in Gabbiadini

C’era una volta la MaGiCa. Con Maradona e Giordano, insieme a Carnevale prima e Careca poi. Dolce ricordo per chi li ha visti giocare, rimpianto per chi invece ha potuto ammirare le loro gesta soltanto in videocassetta. Era il Napoli di Ferlaino, quello che comandava in Italia e non solo. Oggi, il Napoli di De Laurentiis, vive un momento di difficoltà ma è ormai da anni stabilmente nell’élite del calcio nazionale. E della squadra di Sarri ne abbiamo parlato proprio con uno dei protagonista della MaGiCa, Bruno Giordano, nominato qualche giorno fa dg del Gragnano in Serie D.

Giordano, come mai il Napoli sta vivendo questo periodo negativo?
“Il vero problema è la difesa, non l’attacco. Anche contro il Besiktas il Napoli ha costruito tante occasioni, ha segnato due gol ed ha sbagliato un rigore. La difesa, invece, non mi sembra più la stessa, forse l’assenza di Albiol sta creando qualche problema. Non si possono prendere due gol su punizioni lette in due partite, anche gli altri vengono da errori abbastanza clamorosi. Ovviamente se in avanti hai Higuain che segna 36 gol è tutto più facile. Ma la squadra comunque crea tanto, poi è chiaro che la palla va messa dentro. Ma credo sia un momento passeggero, prima o poi tornerà la vittoria e tutto si sistemerà”.

Dopo l’infortunio di Milik si parla tanto di Gabbiadini: secondo lei è un vero centravanti o andrebbe schierato in un altro ruolo?
“L’assenza di Milik certamente si fa sentire ma Gabbiadini è un attaccante importante. E’ uno che sa fare gol, poi è chiaro che ci sono prime punte diverse. L’importante è saper buttare la palla dentro, anche giocando in un altro modo rispetto ad un centravanti classico. Lui queste qualità da goleador le ha sempre dimostrate”.

Sarri farebbe bene a cambiare qualcosa secondo lei?
“Ha il termometro della situazione allenando la squadra tutti i giorni. Se cambierà è perché sarà convinto che con qualche accorgimento tattico la squadra possa fare meglio, altrimenti non modificherà la squadra tanto per farlo. In questo momento tocca ritrovare la giusta serenità. Conosco la piazza di Napoli, è straordinaria, però quando perdi ti crea enorme pressione. La squadra è giovane, può soffrire quest’aspetto, ma con un paio di vittorie ritornerà sicuramente l’entusiasmo”.

Qual è la prima cosa che le viene in mente quando si parla di Napoli?
“Lo scudetto con Maradona, ovvio. E le sensazioni provate alla vigilia. Una delle serate più strane e più belle della mia vita. La notte prima di Napoli-Fiorentina in ritiro nessuno riusciva a dormire. C’era Bianchi che faceva il giro delle camere per assicurarsi che tutti fossimo a letto. Ma l’adrenalina era altissima, una sensazione del genere non l’ho mai più provata. Non vedevo l’ora che arrivasse giorno per giocare quella partita. Praticamente scendemmo in campo senza dormire e ci fu l’apoteosi dopo il fischio finale. La gioia nei nostri occhi e in quelli dei napoletani ce l’ho stampata nel cuore e nella mente”.

Napoli rivivrà presto queste emozioni?
“Me lo auguro per la gente di Napoli che mi ha voluto bene e che ancora me ne vuole. Ora, però, la Juventus è irraggiungibile, lo dicono i numeri. Gli ultimi cinque campionati li ha vinti nettamente e quest’anno sembra ancora più forte. Spero che presto arrivi anche il momento del Napoli”.

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