Avrebbe intascato soldi di dubbia provenienza, per poi garantire l'emissione di fatture false, nel corso della compravendita dell'Ischia calcio. Queste due le pesanti accuse costate a Pino Taglialatela, ex portiere del Napoli, la notifica di un decreto di perquisizione nofificato dalla Guardia di Finanza. Questo quanto scrive Il Mattino:
Due ipotesi investigative che lo investono in qualità di ex rappresentante legale dell'Ischia calcio, ma soprattutto come socio con due imprenditori finiti al centro di una inchiesta per riciclaggio condotta dalla Procura di Firenze. In sintesi, sotto i riflettori dei pm toscani finiscono i rapporti tra l'ex patron dell'Ischia Calcio Taglialatela e il neo presidente dell'Ischia Calcio Alessandro Bigi 49 anni, a sua volta socio delle attività imprenditoriali (per lo più nel campo della ristorazione) del manager albanese, il 40enne Eluery Kamani.
Un'inchiesta per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, all'appropriazione indebita, ma anche per impiego di proventi illeciti in attività economiche e delitti tributari. Ma proviamo a fare chiarezza, alla luce delle poche pagine del decreto di perquisizione notificato dalla Finanza, in una vicenda in cui conviene fare una distinzione: Taglialatela dovrà difendersi dall'accusa di aver condotto una operazione poco chiara, legata alla vendita dell'Ischia calcio all'amico Bigi; altra storia invece sono la trama di affari di Bigi e di Kamani a Firenze, con la movimentazione di capitali all'ombra di decine di società e di interessi da capogiro. Più in particolare, Bigi e Kamani, dal 2012, sarebbero riusciti ad acquisire o ad affittare 31 attività di ristorazione nel centro storico di Firenze; ma anche due alberghi, attività di noleggio auto, una produzione di birra per un valore di presunto denaro riciclato di circa 13,5 milioni di euro. I proventi illeciti accumulati, secondo la Procura di Firenze, sarebbero stati reinvestiti anche in auto di lusso, gioielli e nell'acquisizione delle quote della società dilettantistica S.S.D. Ischia calcio.
In sintesi, Bigi e Kamami avrebbero per l'accusa acquistato il 50% delle quote della società campana formalmente per 9 milioni 157 mila euro, versando in realtà in contanti e in più tranche 100mila a Taglialatela, legale rappresentante della società di calcio. L'ex portiere è indagato anche per emissione di fatture false. Parliamo di sponsorizzazioni fittizie ricevute da un noto imprenditore napoletano di fama internazionale, che avrebbe versato due tranche da 40mila euro nette, secondo uno schema che gli inquirenti bollano in questo modo: si tratta di operazioni ritenute inesistenti, su cui è opportuno fare chiarezza, magari provando ad ascoltare anche la voce del presunto finanziatore delle sponsorizzazioni chieste all'Ischia Calcio. Un blitz in piena regola, quello dello Scico della Finanza, che ha raggiunto 23 target, non solo in Italia. Perquisizioni anche in Albania da parte della Procura speciale contro corruzione e criminalità organizzata di Tirana (Spak): sono eseguite a cura dello Nbi a Valona, nella stessa capitale albanese, Durazzo, Elbasan. Acquisite - come era ovvio immaginarsi - anche le quote della società Ischia calcio.
Ma come hanno ricevuto una simile accusa i singoli indagati? Tende a distinguere la sua posizione, l'ex portierone azzurro, in passato noto come «Batman» per la sua abilità a volare tra i pali e difendere la porta azzurra. Difeso dal penalista napoletano Gennaro Tortora, Taglialatela si dice convinto della possibilità di dimostrare la correttezza della propria condotta. In sintesi, si legge in una nota del legale, «che dalla lettura degli atti messi a disposizione, la posizione dello stesso Pino Taglialatela risulta estranea alle attività oggetto di indagine a carico di Alessandro Bigi. Appare evidente che i rapporti tra Taglialatela e Bigi fossero esclusivamente su attività sportive dell'Ischia calcio. Pertanto, l'indagato tiene ad esprimere la sua tranquillità in ordine allo sviluppo della vicenda giudiziaria, in ralazione alla quale si è già reso disponibile per ulteriori chiarimenti».