Il Roma - Napoli, crisi annunciata per programmi sbagliati e un mercato scarso

La parola crisi sembrava così lontana dal Napoli di De Laurentiis. Mai ci sarebbe aspettati di pronunciarla. Soprattutto da quando in panchina è arrivato Rafa Benitez. L’anno scorso di questi tempi si vivevano emozioni diverse. De Laurentiis aveva presentato il tecnico spagnolo come l’uomo che doveva dare la svolta internazionale al suo club. L’allenatore arrivato dal Chelsea vincente in Europa League fu accolto come il messia in riva al Golfo. Dopo i piagnistei del suo predecessore, finalmente era arrivato uno che aveva vinto tutto ovunque aveva messo piede. Tutto sommato la passata stagione non è andata male. Terzo posto e conquista della Coppa Italia. Si poteva fare meglio ma meglio accontentarsi poiché sempre di rivoluzione si era trattato. Quest’anno si sarebbe dovuto fare ancora meglio. Sia in Champions che in campionato. Con un anno di esperienza in più della gestione Benitez si sarebbe dovuto lottare alla pari con Juventus e Roma in serie A e si sarebbe dovuto andare il più avanti possibile in Coppacampioni evitando di fermarsi alla fase a gironi. Ebbene, ad oggi il Napoli non solo è fuori dall’Europa che conta ma sta fallendo anche nel calcio italiano. Su tre partite disputate nel Belpaese sono arrivate due sconfitte. Non con le big ma al cospetto di Chievo Verona e Udinese. Certo, giovedì scorso si è battuto lo Sparta Praga in Coppa Uefa ma poco importa se poi dopo tre giorni c’è stato l’ennesimo ko. La crisi del Napoli di Benitez è figlia di progetti sbagliati e di un mercato molto scarso. Costa dirlo, ma Rafa non ha saputo programmare bene la sua seconda esperienza sulla panchina dei partenopei. Si può dire che i tanti giocatori partiti per il Mondiale hanno danneggiato il lavoro del tecnico ma non può essere assolutamente un alibi. La preparazione è iniziata troppo tardi e nella prima settimana hanno lavorato solo tanti giovani della Primavera. Per arrivare pronti alle due gare della vita contro l’Atletico Bilbao forse sarebbe servito partire prima. E avere i calciatori importanti subito a disposizione. Invece, ognuno ha voluto sfruttare le tre settimane di vacanza post Brasile e alla fine Benitez si è ritrovato solo con pochi intimi. E che dire dei rinforzi promessi e mai arrivati. Il mercato del Napoli è stato scarso. Deludente sotto tutti i punti di vista. Erano stati promessi dei campioni ed invece sono arrivati calciatori che forse potranno diventare qualcuno ma che per il momento non sono utili alla causa azzurra. Non ce ne vogliano Koulibaly, De Guzman, David Lopez e Michu, ma non sono loro che fanno fare il salto di qualità al Napoli. Ne bastavano anche due ma buoni. Anzi, se fosse venuto Mascherano, neanche il secondo sarebbe servito. Benitez ha sbagliato ad accontentarsi e a prendere ciò che offriva il convento. Si sarebbe dovuto imporre ed invece ha fatto l’aziendalista. Una scelta che per il momento sta pagando a caro prezzo. De Laurentiis, poi, ci ha messo anche del suo a spiazzare tutti e a promettere uno scudetto che è fin troppo lontano per la sua politica economica. A Dimaro lanciò un messaggio ben preciso al gruppo affermando che questo era l’anno buono per arrivare primi. Il patron, poi, è tornato sui suoi passi qualche settimana fa. Le scelte poco azzeccate da Benitez hanno fatto la loro parte. Non si sa se sia stato troppo presuntuoso, sta di fatto che ha disputato le due sfide con l’Atletico Bilbao con formazioni sperimentali per non dire azzardate. Per vincere ci vogliono sempre i migliori anche se qualcuno non è al top. L’uscita dalla Champions ha fatto deprimere tutto lo spogliatoio. E quando sembrava che si erano ritrovati gli stimoli maggiori è arrivato il turn over di domenica scorsa a Udine che ha dato il colpo di grazia. Peggio non poteva fare Rafa. Un tecnico che merita rispetto ma che se va in bambola va richiamato all’ordine. Per il bene suo e soprattutto del Napoli. Fortunatamente si è solo all’inizio e il tempo per recuperare c’è. Attualmente sembra impossibile tenere il passo di Juve e Roma ma a questo punto un terzo posto varrebbe come uno scudetto.