Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’agente di Marianucci Mario Giuffredi. Di seguito le sue parole:
"Panchina della nazionale? Ora c'è davvero poco a disposizione, ma il problema non è solo l’allenatore o chi verrà al suo posto. Il problema dell’Italia è generale, tutto è stato gestito male nei tempi, nei modi e nelle scelte. Io avrei proseguito con Luciano Spalletti ma, ancor di più, avrei fatto tornare Roberto Mancini poiché è uno che ha dato tanto alla nazionale vincendo l’Europeo e ha tanto appeal con i giocatori. Al di là di tutto, non avrei tolto Luciano Spalletti: non ha le colpe principali, nonostante potesse dare di più. È stato vittima del sistema calcio e la nazionale andrà sempre peggio. Nel frattempo passeranno gli anni e non ci saranno miglioramenti. Giovanni Di Lorenzo gioca da due mesi con le infiltrazioni. Le parole più significative e più belle le ho sentito dall’allenatore del Pescara. I giocatori giovani di oggi non capiscono il valore che ha la nostra nazionale. Una volta un ragazzino iniziava a giocare a calcio per quello, oggi quando arriva in nazionale fa di tutto per non andare per mille motivi come le vacanze o gli infortuni.
Politano non stava bene, nonostante Spalletti lo abbia chiamato. Se stava bene, Politano sarebbe stato convocato. Il problema è che i giocatori non hanno più il senso di appartenenza alla nazionale. Un po’ gli è stato tolto da chi gestisce il sistema del calcio e un po’ i giocatori non riescono più a percepire l’importanza della nazionale. La verità è che il governo italiano e il sistema calcio non faranno niente per migliorare. Più andremo avanti, più sarà peggio. Possiamo parlare dalla mattina alla sera, tanto le cose entrano da un orecchio ed escono dall’altro ma nessuno realmente vuole fare le cose bene e come devono essere fatte realmente. Le cose scivoleranno sempre per l'eternità e con il passare del tempo sarà sempre di più un disastro.
La fotografia del calcio italiano ce l’ha fornita chi ci ha detto che siccome la Norvegia ci ha battuti 3 a 0, allora la nazionale norvegese è superiore alla nostra. Se così fosse, siamo davvero rovinati. Dopo di che, c’è un altro dato fatto. Delle 20 squadre che giocano il nostro campionato 15 hanno cambiato allenatore. Questo vuol dire che non c’è progettualità, visione del futuro e continuità. Quando un club cambia allenatori e dirigenti è un’improvvisazione. L’unica squadra in Italia che fa le cose con coerenza, visione e progettualità e che cambia poco è il Napoli. I risultati si vedono.
Il calcio è sempre stata programmazione, visione e giovani e invece dove sono adesso? Qui si prova a fare e poi si distrugge, intanto il tempo passa e siamo tutti fermi allo stesso posto senza creare nulla. L’arrivo di De Bruyne al Napoli rappresenta lo spirito di una società che vuole alzare il livello con l’acquisto di un giocatore. Il Napoli ha le idee chiare, sa quello che deve fare e lo sta facendo. È l’unica squadra che ha voglia di ribaltare tutto. Punto di partenza per ripartire? È tempo perso, se cerchi di dare un punto di partenza per ripartire non te lo faranno fare mai. Il decreto crescita è stato un’arma a favore degli stranieri e contro gli italiani. È stato abolito l’anno scorso dal governo Meloni, ma continuano a volerlo riportare dentro. Il calcio non ha voglia di cambiare. Chi era l’avversario di Gravina alle elezioni? Nessuno, allora non so di che parliamo. Se il calcio volesse cambiare, ci sarebbero stati due o tre concorrenti, sarebbero state delle elezioni meno scontate con candidati che se la giocavano fino alla fine dove ognuno proponeva qualcosa di importante per farsi eleggere. Invece, sono state elezioni morte e senza un programma. Il calcio è questo e sarà sempre così. Le persone con cui lavoro sono persone con voglia di fare, coraggio, visione e che provano a cambiare le cose nel proprio club".