Sacrificarsi per la causa comune: un tocco di Mourinho che non guasta

Editoriale  
Gennaro Gattuso, allenatore del NapoliGennaro Gattuso, allenatore del Napoli

Un tocco di Mourinho

Ultime Calcio Napoli - C’è un tocco di Mourinho nello stile di gioco del Napoli? Non deve per forza essere un’offesa, sia chiaro, ma vedere Callejon ed Insigne tornare encomiabilmente a ricoprire spazi distanti cinquanta metri dalla loro zona d’impiego abituale, fa tornare alla mente i Pandev e gli Eto’o di dieci anni fa. Talento pronto a sacrificarsi per la causa comune di una squadra che, o giocava così oppure rischiava di dire anzitempo addio alle speranze Champions. Che al Camp Nou non sono altissime, perchè l’ambiente lì sarà influente, ma lasciano un po’ di ottimismo.

Il Napoli di Gattuso è nato ieri sera, finalmente ha preso forma con un 4-1-4-1 strettissimo in avvio, cortissimo e raccolto nel giro di venti metri tra Ospina e Mertens - il ‘marchettaro’ ha eguagliato Hamsik, ma aspettiamo il sorpasso a breve -, disposto a rimbalzare in avanti non appena se ne avesse la possibilità. Si poteva e si doveva giocare così con il Barcellona, mantenendo la squadra compatta e pronta a sfruttare le occasioni concesse: il primo gol è frutto di tutto questo, con Zielinski che caccia gli attributi e sfrutta la scivolata di Firpo, con Insigne che si accentra e porta via Semedo lasciando al tempo stesso i metri necessari a Mertens.

L’idea nella mente di Gattuso, quella relativa ad una partita con la palla ed una partita senza palla, è stata messa in atto soprattutto con un primo tempo maestoso: il Barcellona l’ha chiuso toccando palla in area Napoli per tre volte, dato peggiore dal 2018. Nella ripresa ha tirato fuori il carattere, non abbattendosi dopo l’unico errore del match - ma contro certi campioni, se sbagli, prendi gol nove volte su dieci -, anzi cacciando i denti e provando ad allungare gli schemi con l’ingresso forzato di Milik.

Logicamente non si poteva mantenere il ritmo dei primi 45’ per il resto del match, ma tante cose rimarranno negli occhi: la grinta di Mario Rui, il sacrificio di Fabian, la sicurezza di Maksimovic, la famelicità di Mertens (ricordiamolo, marchettaro), ed anche l’errore di Callejon, certo. Al Camp Nou sarà tutt’altra cosa, per ora testa al Torino - sperando che il Coronavirus non complichi le cose. Ma questa è un’altra storia, meglio concentrarsi su argomenti più leggeri…

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