Intorcia boccia la Serie A: "Ci stiamo trasformando in un campionato di passaggio, l'investimento si fa sempre sul calciatore straniero!"

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Intorcia boccia la Serie A: Ci stiamo trasformando in un campionato di passaggio, l'investimento si fa sempre sul calciatore straniero!

Ultime notizie SSC Napoli - Il giornalista Ettore Intorcia ha parlato cosi ai microfoni di Radio Punto Centrale:

"Sostanzialmente sono tre anni di fila che le squadre di serie A superano il miliardo di acquisti, ovviamente sono calcolati i riscatti della stagione passata e non quelli attuali. Solo il 19,9 % sono destinati all'acquisizione di calciatori italiani li dove c'è da pagare il cartellino, c'è una percentuale bassa di soldi che restano nel sistema calcio italiano e più o meno tutti i soldi che arrivano dall'estero poi tornano all'estero, prendiamo giocatori da fuori e li vendiamo da fuori, il giocatore di talento va a giocare in un campionato migliore e quasi sempre è la Premier League. Purtroppo c'è da dire che la qualità va altrove, ci stiamo ormai trasformando in un campionato di passaggio, i soldi girano e l'investimento si fa sempre sul calciatore straniero.

E' un problema per tutto il sistema calcio e in particolare sulla Nazionale, come si può cambiare? La globalizzazione non può essere ostacolata, inserire misure alla Trump ed è impossibile andare contro la comunità europea, la legge ti dice che non puoi imporre norme che discriminino il lavoratore non italiano, questo è evidente. Il regolamento però non ti impone di comprare solo stranieri, poi bisognerebbe capire perchè comprare all'estero e non in Italia.

Chi compra all'estero non deve avere conto di fideiussioni, in Italia ci sono garanzie bancarie e devi garantire che puoi pagare quei soldi in più anni, per le squadre italiane comprare in Italia è più semplice. Poi subentrano altri fattori, squadre di medio bassa classifica possono comprare in campionati minori a costi contenuti e che possono rivendere, penso al Lecce che compra giocatori all'estero, li valorizza e poi li rivende bene, Sartori lo ha fatto all'Atalanta e ora al Bologna.

Penso anche agli anni d'oro del Catania, gli offriva di giocare in serie A pagando bassi stipendi e vale anche per allenatore, il Cholo Simeone ha cominciato da Catania che gli ha offerto la famosa visibilità. Ci sono società piccole che devono salvarsi, per loro è chiaro che una piccola squadra va dalle big italiane e lo chiedono in prestito ma non possono comprare un giocatore da un top club e quindi va all'estero. In Italia poi si tende a non trattare con squadre piccole, penso ad una squadra di medio classifica e poi molti Ds pensano che i giocatori italiani sono pochi e li paghi poco, Fabregas con onestà ha detto che voleva comprare giocatori italiani ma non li trova.

Se vediamo in Premier dove c'è un campionato più ricco e i soldi sono divisi in maniera diversa, li la fetta dei diritti tv è divisa in 20 parti uguali e quindi anche le piccole possono investire molto, anche più delle nostre big, li c'è la cultura di comprare da un'altra squadra di Premier, li i giocatori girano tra loro. La squadra di seconda fascia ha l'intuizione giusta e magari dopo 1-2 anni può andare a costi alti alla big inglese, i soldi e il giocatore non escono dal campionato e li ci guadagnano tutti e accetti che anche nella zona salvezza ci sono team con Manchester United e Tottenham, c'è una condivisione del rischio ed una spinta competitiva molto importante. Da noi ci sono motivazioni diverse ma siamo comunque la seconda lega a livello mondiale ma c'è un altro lato della medaglia che bisogna studiare ed analizzare per capire come correggere"

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