Beppe Savoldi ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere dello Sport.
Segnava (quasi) sempre lei...
"Mi veniva facile e anche bene. Si giocava molto per me: ricordo i cross di Massa, quelli di Capone. E un gioco finalizzato per arrivare al sottoscritto".
Cosa è rimasto, cosa è cambiato?
"Ci sono le differenze e le analogie, è rimasto immutato la forza del talento o, meglio, del fuoriclasse: chi ha avuto Maradona, chi ora ha Messi e Cristiano Ronaldo, parte dall’1-0. Questi sono fenomeni capaci di vincerle da sole e il modulo viene largamente dopo questi fuoriclasse".
Va a finire che gli schemi non contano.
"Con certe geni, succede. E quando non li hai, vale l’organizzazione, la varietà delle interpretazioni, la capacità di stupire: il Napoli è uno spettacolo, ad esempio".
Nel Napoli segnano tutti.
"Il paradosso sa qual è? Che prima c’era Higuain e segnava soprattutto lui. Individualista, accentratore: ma non si arriva a 36 gol se non hai l’istinto. La sua partenza ha liberato gli altri, gli ha sottratto la responsabilità di dargli il pallone per evitare che si arrabbiasse, come si vedeva. E poi Sarri ci ha messo del suo, lavorando sui singoli, plasmandoli. Ora il tridente si esalta e i centrocampisti vanno negli spazi; sugli angoli e le punizioni, quando è possibile, ci pensano i difensori".