CdM su De Laurentiis: "Alla fine la spunta sempre lui. Ha furbizia imprenditoriale e assoluta consapevolezza dell'arte di saper comandare"

Alla fine la spunta sempre lui. Con i giocatori, con gli allenatori, con i contratti, le clausole e le opzioni. Aurelio De Laurentiis non è pero sempre uno contro tutti, o meglio riesce a stare in questa posizione discutibile sempre con una dead line. Poi, toh, la sorpresa. E tutti, dopo averlo criticato, osteggiato e dopo aver finanche deciso di mollarlo, si adeguano alla sua volontà. Risposano il progetto. Carisma? Si, ma soprattutto furbizia imprenditoriale e assoluta consapevolezza dell’arte di saper comandare. E di dirigere le trattative. Aveva litigato con Edy Reja (dopo la parentesi Ventura, il primo tecnico del suo Napoli) talmente tante volte che nessuno avrebbe scommesso cinque anni di permanenza in panchina. De Laurentiis gli disse: «Sei vecchio». E Reja andò su tutte le furie. Esonerato a meta della quinta stagione in azzurro, con rapporti sempre sul filo della tensione, oggi il tecnico friulano è uno dei suoi consiglieri più fidati. Con Mazzarri il rapporto era iniziato sentendosi al telefono tutte le mattine alle sette. Un anno di sintonia assoluta, di idillio. Poi il presidente iniziò a tirare la corda: al termine della seconda stagione scelse Gasperini al suo posto, mentre Mazzarri si faceva tentare dalla Juve. Scontri, clausole contrattuali da rispettare. Rapporto personale che sembrava finito. E forse lo era. Ma l’allenatore restò altri due anni prima di andare all’Inter. De Laurentiis blinda i contratti, li mette al riparo da ogni cosa, imprevista e imprevedibile. Quasi ingabbia i suoi allenatori. Li scontenta, ma poi la partita a scacchi si conclude sempre con la sua mossa vincente. Perché? Rispetta gli oneri economici e sa qual è il momento per cambiare e concedere di più. Lo decide lui, senza che nessuno possa mai dettargli i tempi. E vince. La forza del dio denaro, coniugata ad una capacità persuasiva impressionante verso la quale nessuno finora si è opposto. Con Sarri ha fatto un capolavoro. Gli ha rinviato due volte l’incontro fissato per ridiscutere il contratto. Poi, l’ultimo giorno utile prima che l’allenatore partisse deluso e scontento per le vacanze, lo ha chiamato. Si sono visti, gli ha riconosciuto un adeguamento economico significativo, lo ha reso partecipe delle nuove strategie, gli ha riconosciuto meriti morali e professionali. E gli ha tolto anche l’opzione-gabbia. Tutti felici e contenti. Un copione già visto altre volte.