De Laurentiis: "Felice che Ancelotti promuova tutti e tutto, mi ripete sempre una cosa. Sarri? Pensava a sé stesso o cercava una pensione d'oro. Dopo la gara con il Lipsia..."

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Aurelio De LaurentiisAurelio De Laurentiis

Lunga intervista rilasciata da Aurelio De Laurentiis a Luca Telese durante la trasmissione 2La verità" Presidente, in questi giorni la immagino

Lunga intervista rilasciata da Aurelio De Laurentiis a Luca Telese durante la trasmissione "La verità"

Presidente, in questi giorni la immagino molto preoccupato. «Chi, io?».

Sì, lei.
(Risata). «Immagina male. Sono entusiasta, concentrato e carico, piuttosto».

Ma lei sente cosa dicono gli appassionati di calcio? «No, cosa?».

Che con Ronaldo in bianconero i giochi per lo scudetto sono chiusi.
«Ah, ah, ah».

Ride?
«Prenda carta e penna, stacchi il telefonino e non si distragga: in mezz' ora le spiego cosa penso io dell' affare Ronaldo».

E cosa pensa veramente?

«Eh! La Juve ha fatto una bella..."mossa propagandistica" per tutto il gruppo Fca, diciamo così. Spero che possa aiutarla a mascherare il calo di entusiasmo che ci sarebbe stato tra i tifosi».

Perché?

«Se fosse stato soltanto riconfermato Allegri senza un grosso colpo, dopo sette scudetti cosa si poteva promettere ai tifosi per affascinarli e scaldarli? E per fare la stessa cosa con gli sponsor, il mondo dell' industria e della politica?».

Così sembra riduttivo.
«Riconosco che la società ha avuto la grande "trovata di sceneggiatura" che le ha consentito di rilanciare l' immagine della Juventus. Chapeau!».

Cosa intende per «trovata di sceneggiatura»? «Aver permesso alle varie componenti del gruppo Agnelli-Elkann di costruire una geniale operazione di promozione internazionale del marchio».

Mi scusi, ma Ronaldo non lo voleva prendere lei? «Ronaldo ha al suo fianco quello che - forse - è il più intelligente dei procuratori sportivi: Jorge Mendes. Ero stato con lui a colazione in Portogallo e in quei giorni parlavamo del portiere Rui Patricio. Poi, quando è stato chiaro che il Real avrebbe lasciato a casa Cr7 mi ha telefonato: "Senti Aurelio, ce la giochiamo questa partita?"». 

Ma per il Napoli l' operazione costava troppo.
«Macché. Detta così è una fesseria. Io immaginavo un modello in cui i costi venivano pareggiati esclusivamente con gli incassi specchiati ai relativi costi dell' operazione».

E come avrebbe funzionato? «Avevo detto a Mendes: tu dici che Ronaldo mi farà ricco? Allora facciamo che i primi 250 milioni di fatturato spettano al Napoli, i successivi 100 spettano a Ronaldo. Se effettivamente li avesse valsi non avrebbe avuto nulla da rischiare o da temere».

Geniale. Così Cr7 si sarebbe ripagato da solo...
«Esatto. Poi però è arrivata la Juve, e - avendo alle spalle Fca - ha alzato la posta».

E si è rafforzata.
«In termini di marketing si è rafforzato tutto il camponato italiano, non la sola Juve».

Ma come fa a sostenerlo?
«Non c' è dubbio che Ronaldo abbia rinforzato l' interesse dei tifosi e dei media».

Ma i bianconeri hanno programmato scientificamente l' investimento per vincere la Champions?

«Tra dire chapeau e vincere campionato e Champions ce ne passa. Cr7 ha una certa età. E in termini di equilibrio per un club è pericoloso spendere così tanti soldi per comprare il cartellino di un solo giocatore a fine carriera...».

Fine carriera? «Pagando un ingaggio fuori da ogni standard del suo attuale monte ingaggi. Mi chiedo se prevarranno i successi commerciali o quelli sportivi».

Sta dicendo che Ronaldo mette in crisi i rapporti interni dei bianconeri?«Se tu inizi a pagare degli stipendi assurdi prima o poi questo ti si ritorce contro».

Parliamo del NapoliLei ha messo sulla panchina il più europeo degli allenatori italiani ma le manca ancora un top player. «Le cose non stanno così».

No?
«Se tutti fanno follie per comprare i nostri giocatori vuol dire che sono di grande valore».

Mi faccia un esempio.
«Io ho concesso a Maurizio Sarri di andare al Chelsea solo dopo avergli fatto firmare un impegno scritto».

Quale? «Non poter negoziare nessuno dei nostri giocatori, tranne Jorginho che abbiamo deciso noi di cedere».

E poi?
«C' è stata una lotta senza esclusione di colpi - nota solo in parte - per toglierci qualche altro giocatore. Non ci sono riusciti. Anzi hanno firmato tutti un patto di non belligeranza».

Ci sarà un ruolo che vuole rafforzare? «Stiamo cercando un terzino. Ma io sono felice soprattutto perché Ancelotti promuove tutto e tutti».

E cosa le dice Carletto? «Lo vuole sapere davvero? "Io mi diverto", spiega. "E se mi diverto non ci sono problemi. Ho una grande rosa"».

Avverto un paragone polemico con Sarri.
«Se hai giocatori con 60 milioni di clausola rescissoria e non li fai giocare danneggi te stesso e la squadra».

Perché? «Non usi il tuo potenziale e finisci fuori dalle coppe perché nessuno regge due impegni con undici o tredici titolari».

Altro riferimento alla Champions di Sarri?.
«In questo caso sì. Non si può dichiarare mediaticamente un abbandono. Io rimproverai Sarri e lui provò ad andare a giocare a Lipsia dopo aver perso 3 a 1 in casa. Ma era troppo tardi».

Quando si è rotto il vostro rapporto? «Ho capito che era finita quando mi disse: "Non so se con questi giocatori posso fare meglio"».

Per lei era un insulto? «Sarri era entrato nella fase in cui un allenatore pensa a sé stesso o cerca di costruire un pensionamento d' oro. Gli ho chiesto cosa volesse fare quest' anno fino all' ultima partita».

E lui?
«Non ho avuto risposta. Ho notato una certa ineducazione, in questo silenzio. Ma non mi sono offeso».

Lei lo ha definito «un genio».
«Vero. Ma la sua genialità è un po' monotematica. L' ho visto giocare in un solo modo. Vediamo cosa saprà fare in Inghilterra».

Sembra un bacio della morte.
«Per nulla. Negli ultimi sei anni di carriera Sarri è maturato più che nei primi trenta».

E cosa gli manca?
«Un allenatore completo non fa solo divertire, ma deve anche vincere».

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