Non si era campioni prima e non si è secondi oggi. Come al solito, a Napoli, così come in altre piazze calde, scoppia la moda del disfattismo. E' bastata una sconfitta per definire addirittura 'fallimentare' la stagione del Napoli che, vi ricordiamo, non è ancora giunta al termine. Però in città è come se fosse svanito già il sogno scudetto. Certo è che ora è decisamente più complicato mantenere la vetta della classifica, considerando che la Juve ha una gara in meno rispetto agli azzurri di Sarri. Andiamo a vedere com'è arrivata la sconfitta di sabato, quali sono state le cause scatenanti di questo roboante risultato?
I SINGOLI - Probabilmente il Napoli non è stato brillante e perfetto come al suo solito, ma c'è da dire che la squadra che c'era di fronte è una squadra sì in crisi, ma fatta da giocatori di altissimo livello. Dzeko ed Alisson su tutti. Si può dire che la sconfitta per 4 a 2 contro la Roma sia figlia di una gara straordinaria sia da parte del centravanti bosniaco che da parte del portiere verdeoro. Lo stacco perentorio di testa che ha siglato il 2 a 1 della Roma al San Paolo è un gesto tecnico di cui non tutti sono capaci. E se una squadra come il Chelsea, a gennaio, si muove per chiederti il numero 9, un motivo ci sarà. Il secondo goal dell'attaccante ex City è da vero fuoriclasse, così come le parate provvidenziali di Alisson su Insigne in diverse circostante del match. La rete di Under è arrivata a spezzare le gambe al Napoli di Sarri, forse un po' troppo morbido Mario Rui in fase di marcatura. La quarte rete dei giallorossi non è altro che un regalo vero e proprio del terzino portoghese a Diego Perotti.
ERRORI INDIVIDUALI E PRODEZZE DEGLI AVVERSARI - Si potrebbe chiudere la parentesi Roma. Dzeko non gioca in ogni squadra d'Italia e non tutte le squadre che sono in Serie A possono godere di un portiere forte come Alisson. Il Napoli ha creato e nemmeno poco, non a caso il San Paolo ha applaudito ad una prestazione, come al solito, maiuscola da parte degli uomini di Sarri. Ripartiamo da qui, senza fare drammi. Con la consapevolezza che a Torino si può vincere e che nulla è ancora andato sprecato.
di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)
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