Per chi ha vissuto il settennato di Maradona, non esiste il numero Dieci. Esiste la Dieci. Che è un’altra cosa

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Per chi ha vissuto il settennato di Maradona, non esiste il numero Dieci. Esiste la Dieci. Che è un’altra cosa

Il commento sulla Dieci

Notizie Calcio Napoli - Il Dieci. La Dieci. Sono tutti numeri Dieci. Ci risiamo. Ogniqualvolta un giocatore che indossa la casacca azzurra, inizia a distinguersi per prodezze e giocate obiettivamente strabilianti, si torna a parlare di dover sdoganare nuovamente la maglia con il fatidico numero e fargliela indossare. Da Lavezzi a Insigne, passando per Mertens fino a Kvaratskhelia. Tutti fior di calciatori. Tutti meritevoli dei riconoscimenti che hanno avuto o stanno avendo, come nel caso del fortissimo calciatore georgiano.

Per chi ha vissuto il settennato di Maradona, non esiste il numero Dieci. Esiste la Dieci. Che è un’altra cosa. Giunse a Napoli dopo una trattativa estenuante che teneva sveglia una città. Fu presentato in uno stadio stracolmo. Mille lire e ci comprammo la felicità. Spuntò tra un nugolo di fotografi e curiosi. Si fece largo. Li attraversò come Mosè attraversò le acque. Calciò al cielo un pallone. Lo stadio esplose in un enorme boato. E tremò insieme ai palazzi circostanti. Non era il terremoto di qualche anno prima. Era il boato di un popolo che in quel preciso istante aveva eletto il suo Re. Quel pallone sulla terra non tornò più. Fu un presagio divino. E il miracolo, quello vero, non era ancora avvenuto.

Promise al suo popolo gloria e vittorie. E gloria e vittorie furono. A memoria, dal secondo dopoguerra ad oggi, non si ricorda alcuna figura che sia giunta a Napoli e abbia promesso e poi mantenuto. Il popolo gli credette e mai smise di sostenerlo. Eppure, questo popolo di promesse ne aveva e tutt’ora ne continua ad ascoltare un’infinità; da tanti, da troppi.

Lui non tradì le aspettative. Divenne l’icona di un moto rivoluzionario. La Sua figura uscì dal rettangolo di gioco. Era l'orgoglio di un popolo che finalmente aveva qualcuno di cui vantarsi. Qualcuno sempre pronto a difenderlo in ogni luogo e circostanza. E rese felici, Lui, da solo, milioni di persone. Trovatemene un altro, che, da solo, è riuscito a fare tutto questo, e poi ne parliamo. Diego Armando Maradona non è stato solo un giocatore di calcio. Il peso di quel numero l’ha portato sulle sue spalle da solo. Fiero ed orgoglioso, sempre. E quel peso, alla lunga ha finito per stroncarlo. Ma è quasi normale. I geni e i rivoluzionari, muoiono presto. E quasi mai di morte naturale.

Per questo, per chi l’ha vissuto, non esiste la maglia numero dieci. Esiste la Dieci. Con quella maglia, il popolo identifica l’unica persona che veramente ha ricambiato la fiducia che in Lui aveva riposto.

Personalmente non la darei mai a nessuno. Anzi no. Se si potesse, l’ultima giornata di questo campionato, contro la Sampdoria, la farei indossare a tutta la rosa. Da Meret a Lozano, da Kvaratskhelia a Osimhen. Da Di Lorenzo a Gaetano. A tutti. Spalletti compreso. Perché il loro campionato è stato da dieci, ma anche e soprattutto per fargli sentire, anche se solo per novanta minuti, il peso di quella maglia. Poi sarebbero stesso loro a sfilarsela. Perché indossare la Dieci, non è come indossare una maglietta con il numero dieci.

Stefano Napolitano

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