La promessa mantenuta...

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La promessa mantenuta...

Ogni promessa è debito, anche in Brasile. E Jorge Luiz Frello Filho ci ha pensato subito, giusto per fugare ogni dubbio. "E' il mio più grande limite, devo superarlo", ha ripetuto più volte quest'estate. Schietto e severo, alla ricerca di un goal che mancava da un'infinità per un brasiliano. Da addirittura più di due anni, precisamente. Dal 22 gennaio 2015, contro l'Udinese e sempre da calcio di rigore. Tanto, troppo, tempo per un giocatore della sua qualità. Un periodo decisamente smisurato considerando le innumerevoli occasioni create dalla sua squadra in ogni singola partita. Ma anche un paradosso per chi, nel punto più alto della sua carriera, era anche abituato a gonfiare la rete. Addirittura 8 le reti, infatti, nella stagione 2013/14. Proprio quella a cavallo tra Verona e Napoli. Sette reti in terra veneta, dagli undici metri e non solo, solo una in azzurro ma pesantissima: quella sotto gli occhi di Diego Armando Maradona al San Paolo, in Coppa Italia, che sancì la definitiva rimonta contro la Roma e la finale che avrebbe poi portato un altro titolo all'ombra del Vesuvio. 

Rieccolo, finalmente. Di nuovo dal dischetto, ma va bene pure così come inizio. Anche perché quello di ieri di certo non è stato un rigore qualsiasi. Un macigno, piuttosto. Soprattutto perché chi non è più abituato a calciatore, speciale per chi soffriva di una tale astinenza. Poi da una parte una cornice fantastica che non aspettava altro che esultare, dall'altra i fantasmi di un errore che avrebbe potuto controbilanciare l'inerzia del match tra nervosismo e frustazione. Il regista brasiliano, invece, ha mostrato personalità e freddezza. Il grande ritorno, al posto giusto e al momento giusto. Una soluzione, quella che l'ha visto a sorpresa alla conclusione ravvicinata, che probabilmente vedremo di nuovo nel corso della stagione. "Stavo bene, avevo fiducia per calciare e Dries mi ha lasciato tranquillamente il rigore. Dovevamo calciare o io o lui, gliel'ho chiesto e non ci sono stati problemi", ha spiegato il giocatore nel dopo partita. E ora si ritorna nella sua Verona, la città che l'ha adottato ed esaltato. Chissà che non possa ispirarlo di nuovo: alla fine, oltre alle preziose geometrie, servirebbero appena quelle 3-4 reti stagionali a sua firma. Poi, per carità, se ne dovessero arrivare di più... 

di Pasquale Edivaldo Cacciola - @PE_Bahia

©RIPRODUZIONE RISERVATA 

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