Prepariamoci al solito copione

Calcio Napoli - Quando De Laurentiis ieri da Fazio ha annunciato che l'avventura di Spalletti al Napoli finirà, da contratto il prossimo 30 giugno, a qualcuno gli sarà mancata la terra sotto i piedi. Nelle scorse settimane si è letto di un tentativo di Cristiano Giuntoli, il quale è ancora sotto contratto ed attende di capire se e come il suo datore di lavoro intenderà liberarlo, per portare Spalletti alla Juve. Prima ancora il gossip si era spinto in offerte dalla Premier League. Adesso che De Laurentiis ha chiarito, dopo l'opzione unilaterale esercitata dal club, che il suo allenatore gli ha chiesto un anno sabbatico, sicuramente assisteremo alla narrazione nelle prossime settimane di litigi, retroscena e quanto altro perchè a Napoli bisogna sempre fare la solita storia per dividere la piazza rimettendo in vita il partito degli anti ADL che, dopo aver vestito i panni di sarristi e A16, sono pronti a fondare il partito di Spalletti.

De Laurentiis ha dunque liberato da vincoli contrattuali Spalletti. Da un lato poteva, da contratto, fargli pesare gli oneri di questo gesto. Si è sempre narrato di un presidente molto puntiglioso sotto questo aspetto. E invece, a malincuore perché di fatto lo aveva riconfermato, ha lasciato andare. Adesso c'è chi vede nell'anno sabbatico di Spalletti qualche mossa presidenziale per non farlo andare altrove. Una caccia alle streghe che va a sindacare anche la sfera personale di Luciano che a 64 anni non ha bisogno certamente di soldi o fama. Anche tra un anno il suo valore, la sua carriera resta quella lì. De Laurentiis viene dipinto come mangia allenatori per il suo carattere. 

Va ricordato che quando liberò Sarri perchè voleva andare al Chelsea, strappò la clausola di 5 milioni che il club aveva diritto di intascare. Un gesto che ancora oggi qualcuno dimentica. Ora inizia ufficialmente il toto allenatore, sarà interessante capire l'identikit ed il nome scelto. Certamente non mancheranno racconti e gossip su De Laurentiis e Spalletti perchè a Napoli, se non c'è un buono ed un cattivo in una normale separazione professionale, sembra non si possa stare. 

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Erika Merolla