Tozzi (preparatore atletico): "Per i giocatori allenamento focalizzato sulla forza, guardate Koulibaly... Rottura del crociato? Cause e prevenzione, lavoro particolare per calciatori come Milik"

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Tozzi (preparatore atletico): Per i giocatori allenamento focalizzato sulla forza, guardate Koulibaly... Rottura del crociato? Cause e prevenzione, lavoro particolare per calciatori come Milik

Claudio Tozzi, esperto di preparazione atletica, ha rilasciato una lunga intervista al portale gianlucadimarzio.com. Ecco alcuni estratti: “Per il lavoro del calciatore - ovvero fatto di scatti brevi, salti, tiri- l’allenamento deve essere focalizzato sulla forza. Con una buona muscolatura (senza esagerare) ma con tanta forza. In questo modo i salti per colpire di testa più alti, i cambi di direzione più efficaci, i tiri più potenti e le diagonali saranno più veloci. Come Koulibaly del Napoli, che guarda caso ha una massa muscolare importante. [...] Perché saltano così tanti crociati? Nel caso del calciatore, come detto, si dovrebbe lavorare una sola volta a settimana con i pesi, al 90% del massimale, aumentando progressivamente il carico. Ottenendo così più compattezza sulle gambe. Lavorando sulle fibre bianche (veloci a rapida contrazioni) e risparmiando quelle rosse (lente) che servono per la resistenza. E’ la forza che fa vincere, l’esplosività. La mancanza di massa muscolare sulla coscia, in particolare nel bicipite femorale che protegge il ginocchio, può portare alla rottura del crociato. L’infortunio arriva perché il vasto mediale, se si indebolisce, non facendo pesi, e affaticato dal troppo lavoro atletico, non protegge il collaterale e il crociato e si rompe. Il crociato che fa crac, molto probabilmente, è dovuto ad una povertà di sensori propriocettivi. E se il quadricipite di un calciatore di per sé è abbastanza potente, bisognerebbe equilibrare la sua parte posteriore, ovvero il bicipite femorale. Il vasto mediale si potenzia con la squat pesante, non con le logoranti ripetute. Bisogna creare precisi rapporti di forza: in particolare tra il quadricipite e il bicipite femorale. I lavori con pesi leggeri e prolunganti, invece, affaticano le fibre lente e aumentano la probabilità di infortunio. In particolare ci sono due tipi di conformazioni umane. Quelli alti con gli arti lunghi e quelli con gli arti normali. Giocatori alti e longilinei, come Milik, per aumentare la forza e l’ipertrofia necessitano non più di sei ripetizioni al loro massimale (a patto che siano infrequenti e pesanti, vedi la testimonianza di Zanetti). Sopra le sei ripetizioni un atleta con gli arti lunghi non aumenta né di forza ne di massa. E più corre, più lavora in condizione aerobiche, magari con gli estenuanti circuiti, ripetute e gradoni, non fa altro che indebolirsi”.

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