De Laurentiis: "Conte? Pettegolezzo, la squadra è con Garcia! Rinnovo Osimhen? Avrà cambiato idea, il colpo Kvara è di mio figlio Edoardo!" | VIDEO

Le Interviste  
De Laurentiis: Conte? Pettegolezzo, la squadra è con Garcia! Rinnovo Osimhen? Avrà cambiato idea, il colpo Kvara è di mio figlio Edoardo! | VIDEO

Intervista SSC Napoli - Le parole del presidente Aurelio De Laurentiis su Conte, Rudi Garcia, il rinnovo di Osimhen e Giuntoli: il video

Aurelio de Laurentiis, presidente del Napoli, ha parlato in conferenza in sala stampa a Castel Volturno, concedendosi in un'intervista in cui ha parlato della situazione di Rudi Garcia, del nome di Antonio Conte, del rinnovo di Victor Osimhen, di Giuntoli alla Juventus e tanti altri temi.

 

Intervista De Laurentiis: le dichiarazioni

Ecco le dichiarazioni alla stampa su ConteRudi Garcia di De Laurentiis:

"Ho voluto fare questo incontro perchè era dall'estate che ne avevo parlato. Dopo la sconfitta con la Fiorentina ho letto di tutto. Nella vita si possono avere dubbi e va valutato il proprio operato, se c'è stato qualche errore me ne prendo la responsabilità: le scelte di questa estate sono state mie, ovviamente con i miei nuovi collaboratori, i sostituto di Giuntoli. Ma da qui a dire di cambiare l'allenatore... Un cambio di guida tecnica è sempre traumatico e poi non ci sono in giro tanti allenatori che praticano il 4-3-3 con la difesa alta, come successo con Sarri e Spalletti che ci hanno deliziato. Ho detto che la colpa è anche mia, perchè tra l'uscita della seconda stagione con Carlo Verdone e il cambio dopo 24 anni della mia sede, da allestire in poco meno di 5 settimane, mi ha portato via parecchio tempo e presenza. In questo periodo ho avuto tanti impegni, ora sono tornato e mi sono riavvicinato alla squadra per darle serenità e la certezza che siamo il Napoli in Europa da 15 anni, unica squadra in Europa. Non è che ogni volta che un cerino accende un pezzo di carta dobbiamo chiamare i pompieri. Dobbiamo con serenità poter decidere senza alimentare errori che sono figli della fretta. Ho risposto ad un invito di un gruppo di 200 intellettuali che mi era stato proposto all'interno della Luiss. Mi era stato detto che era una cosa solo tra di noi con nessuna comunicazione all'esterno e assenza di giornalisti. Suggerì la presenza del direttore della Repubblica che mi conosceva e aveva fatto con me una lunga intervista. Poi mi sono visto proiettate all'esterno delle situazioni che erano di pochi argomenti e non di tutto. È una mia colpa non essere stato sufficientemente vicino alla squadra a inizio stagione, ma avevo altre incombenze.

Antonio Conte? Non voglio domande al riguardo, sarebbe un'azione di disturbo. Ho fatto con lui una vacanza anni fa alle Maldive, c'era anche la sua famiglia, e da quel momento abbiamo mantenuto i rapporti. Mi sento ancora con Mazzarri, Ancelotti, Benitez, Reja... il resto è solo un pettegolezzo che demolisce chi oggi è incaricato di allenare la squadra e che mi infastidisce.

Castel Volturno? Sono sempre stato abituato ad interessarmi di tutto. MI si dice che voglio essere onnipresente, io sono imprenditore: faccio impresa, con i miei soldi. Per fare questo devo essere presente. E' una mia colpa non essere stato presente all'inizio del campionato per alcune incombenze. Poi ho risolto quelle situazioni e mi sono dedicato tutti i giorni al Napoli: è il film che più scorre e che va curato con la lente d'ingrandimento tutti i giorni per non far inceppare il meccanismo. Una volta risolte, mi sono dedicato al Napoli e sarà così per tutto il resto del campionato.  L'anno scorso abbiamo vinto con 16 punti sulla seconda ma chi l'ha detto che ci dovremmo ripetere, tra l'altro con un altro allenatore? Lo speriamo, certo, ma tutto ciò non è scritto da nessuna parte, proprio perchè è anche cambiato l'allenatore e non è scritto da nessuna parte che ci saremmo potuti ripete in quel modo. Non tutti gli allenatori vogliono rischiare di dire che si va in un posto dove si sta bene ma dove un allenatore precedente ha vinto con 16 punti precedenti. CHi non viene a Napoli non sa che si perde, qui si respira la vita, ma alcuni preferiscono scegliere la soluzione più semplice.

Preoccupato per i diritti Tv? Il De Laurentiis presidente del calcio Napoli è preoccupazione zero perchè so c0me guidare questa situazione e so quali possono essere i rischi da parametrare e selezionarli. In Lega ci sono altre 19 società con le quali misurarsi e non è facile dialogare e convincere esperienza diverse e mentalità diverse ed economie di scala diverse. Io sono un combattente, più è complicata la cosa e più mi diverte. Tre anni fa, però, portai la prova di riunioni che stavo portando avanti in Lega. Nello stadio reale, al Maradona o a San Siro e all'Olimpico, diamo i biglietti delle gare e li vendiamo noi. Lo stadio virtuale è quello che porta più soldi e noi lo diamo ad altri che ci usano in quanto fa una vendita non appropriata ma la si abbina a film, serie televisive, varietà, come Sky e DAZN. Non mi si fa una pubblicità appropriata del campionato di Serie A. Qui non sappiamo neanche gli orari delle partite, che sarebbe l'ABC. Dobbiamo recuperare i bambini distratti dal calcio, le partite sono noiose e la mettiamo alle 20:45 di domenica con i bambini che devono andare a scuola il giorno dopo e i genitori devono andare a lavorare. Anche quello è una dimostrazione di come si vende male il calcio in Italia. Quando ho fatto la mia verifica con Lombardo a Capri, ho scritto 20 cartelle dove si portavano più di 1,5 miliardi per la Serie A e invece mi devo accorgere che si offre di meno.

Se oggi tornerei nel calcio? Oggi mi affaccerei lo stesso al calcio italiano in quanto mi sono sempre allenato nel mondo del cinema.

Garcia? Mi sono interrogato su Garcia, soprattutto quando un uomo pensa di aver sbagliato. Le colpe me le prendo tutte io, mi prendo tutte le responsabilità. Garcia si è sentito al centro delle critiche e mi sono dovuto affrettare a tendergli la mano e fargli capire che si andava avanti insieme. Tutti siamo pronti a sistemare gli errori, mi auguro che questi errori non si ripetano più. Ho parlato con la squadra, con tutti i calciatori singolarmente: la squadra è con Garcia".

De Laurentiis e Rudi Garcia

Anche se non fa riferimento diretto al casting estivo, De Laurentiis sembra parlarne in un passaggio particolare:

"Parliamoci chiaro: non è che tutti gli allenatori vogliono rischiare di venire in un posto dove c'è il paragone con Spalletti, che ha vinto con 16 punti di vantaggio. Chi glielo fa fare? Io gli dico: non sapete cosa vi perdete a non venire a vivere a Napoli, l'energia che c'è qui non si trova altrove".

Rinnovo e infortunio Osimhen: parla De Laurentiis

Queste le parole di De Laurentiis sul futuro di Victor Osimhen:

"L'allenatore ha diritto di fare le proprie scelte durante le partite e non vanno fatti gesti come accaduto. Ne ho parlato con i calciatori. L'allenatore fa le scelte, non ho fatto multa al momento, ma se ne può parlare con calma il giorno dopo. Vedrò domani Olivera, ultimo che deve tornare, ma è bello poter parlare con tutti i calciatori, anche in inglese. C'è qualcuno di nuovo e il discorso è diverso. Agli altri, che hanno vinto lo scudetto, ho fatto presente che bisogna ancora continuare a giocare per lo scudetto e per i tifosi.

Juan Jesus? Juan Jesus mi ha chiamato chiedendomi di andarsi a curare e io ho chiamato il mio amico Mariani a Villa Stuart per farlo curare mattina e pomeriggio e cercare di recuperarlo il prima possibile.

Non sono mai stato non sereno nei confronti di Osimhen, ma si è sempre in due in queste cose: io sono rimasto lo stesso, se il suo umore è cambiato non posso farci nullaSe dopo una stretta di mano (si parla dei colloqui per il rinnovo, ndr) le cose cambiano, la cosa dispiace, ne prendiamo atto ma poi la vita va avanti. Se da una stretta di mano arriva poi una negazione di ciò che si era detto non ci posso fare nulla. C’è un altro anno prima di entrare nell’ultimo di contratto, a me sembra a volte di stare al mercato degli stupidi. Il Napoli è il Napoli, a me dispiace quando qualcuno dice che lo considera una tappa di passaggio. Con lui ci sono ottimi rapporti, la scadenza è del 2025, c'è tempo. Non dimenticate che ho venduto Koulibaly all'ultimo".

Il presidente ha poi commentato la situazione delle nazionali, partendo dal rientro a Napoli da infortunato di Osimhen:

"Dal 2013 a oggi abbiamo incassato circa 4 milioni di euro di rimborsi come partecipazione dei nostri giocatori alle partite delle nazionali, pur avendo sempre più di 10 giocatori convocati. Questo non va bene, secondo me in Nazionale non dovrebbero giocare i 32enni ma neanche i 28enni. E magari sono anche finti italiani. Oggi abbiamo calciatori fortissimi già a 18 anni: ma se non li facciamo giocare, come diventano campioni? Non voglio l'Under 21 o l'Under 19 che hanno poca visibilità internazionale e quindi meno valorizzazione, voglio un'unica Nazionale con tutti giocatori giovani, di massimo 22 anni. Dovrebbe essere lasciata la scelta al club di poter mandare o meno in nazionale un giocatore convocato, la possibilità di dire no se si tratta di un'amichevole, per esempio. Bisogna capire se vale o non vale il campionato nazionale. Se io ho pagato un giocatore 50 milioni e mi torna infortunato, dovrebbero risarcire il club del costo per giorno di tutto il periodo in cui starà fuori. Pensate a Neymar, infortunato al crociato e al menisco e starà fuori un anno, servirebbe un rimborso di 100 mln: allora si vedrebbero FIFA e UEFA gestire al meglio le persone...".

De Laurentiis e Osimhen

De Laurentiis su Giuntoli e Kvaratskhelia

Frecciata al suo ex direttore sportivo Cristiano Giuntoli da parte di De Laurentiis:

"Giuntoli da sei mesi si era messo in branda, mi continuava a ripetere: mi mandi alla Juventus? E io gli dicevo: cos'è questa storia, improvvisamente sei diventato un sostenitore della Juve? Qui abbiamo sempre considerato la Juve nemica sportiva numero uno... è un altro film, questo! Giuntoli è stato un'intuizione mia e di Chiavelli, arrivato da una società come il Carpi. Un direttore sportivo deve avere la cultura dell’umiltà e del lavoro, e lui ce l'aveva. Così come mi trovo molto bene con Maurizio Micheli che fa da capo degli scout e sceglie i giocatori, lavorando da noi da tempo.

Il colpo Kvara? Non è suo, è stata una segnalazione a mio figlio Edoardo che poi è arrivata a Giuntoli. Lui qui ha indovinato tanti giocatori e ne ha sbagliati altrettanti, così va nella vita: è un ottimo professionista che è andato alla Juve con mia grande sorpresa.

Non ho delusione per le scelte fatte in questa estate. Con il mio carattere avrei già cambiato. Meluso è una persona molto educata, piacevolissima nel rapportarsi. Micheli è un gigante dal sorriso umano. Mi trovo benissimo e dormo tra due guanciali.

Supercoppa? Ho fatto presente una cosa, mettiamo da parte questa stagione. C'è il Medio Oriente che scoppia? Allore decidiamo per tempo, non arriviamo all'ultimo momento, prendendo una decisione tempestiva. Poi ho detto, con l'implementazione delle partite UEFA e con il campionato per club, con tutte le partite delle Nazionali da giocare, quando si giocherebbe la supercoppa? Si è fatta diventare questa coppa un quartetto. Ci sarà spazio solo per 3 partite, che senso ha. Si danno 200 mln? Allora ha un senso ma per 3-4 mln no. Si fa di tutto per rendere complicato il campionato nazionale che accompagna 27 mln di tifosi. Mondiale per club? Non ci sono i tempi per la preparazione estiva, un impegno che creerebbe problemi".

De Laurentiis e Giuntoli

Caso Scommesse: il parere di ADL

De Laurentiis poi ha affrontato il tema del caso scommesse:

"Le scommesse si fanno in maniera ortodossa e poco ortodossa, esiste una centrale ad Hong Kong che fattura più di 50 miliardi di dollari l'anno. Tre anni fa parlai di un libro americano "Calcio mafia", argomento poi ripreso da Raffaele Cantone in "Football clan", dove si parlava di scommesse lecite e meno lecite che partivano dalla fine degli anni '80. Eppure non si è approfondito l'argomento, adesso se ne torna a parlare anche se non si sa ancora bene in che termini. Non parlo di ludopatia, di vizi, di troppi soldi che girano, di persone poco mature: per quel che mi riguarda sono sempre stato molto attento ad assumere calciatori la cui realtà familiare e provenienza geografica mi assicurassero una certa tranquillità psicologica e una certa tutela. Tengo molto alla cultura del lecito ed è una regola fissa della mia famiglia e delle mie società. Sono rimasto famoso per non aver fatto in Italia certi film. Il Napoli fa anche un’azione di 'sorveglianza' su atleti che credo siano ragazzi per bene e che hanno famiglie a posto. Poi è chiaro che gestire una ricchezza improvvisa è un problema, non tutti sanno farlo. Una persona può essere fuorviata se non ha altri interessi, poi può essere abbagliato da altro. Impariamo tutti a giocare da piccoli a carte, a Napoli il 7 e mezzo che si giocava a Natale. Quando un ragazzo giovane comincia a disporre di milioni, non è giustificabile ma poi si può essere preda da altre allucinazioni, altre attrazioni.

Dobbiamo parlare, invece, di dove sta andando il calcio italiano, dopo l'arrivo dell'Arabia e dei fatti che stanno accandendo. Come portare avanti le 20 società della serie A attraverso una modernizzazione dell'assegnazione di questi diritti, sempre stati mortificati da lacci e laccioli derivanti da impedimenti e leggi che il governo ci pone. Nel 1996, Veltroni dice basta con i club, non si riceve una medaglia ma bisogna trasformarsi in società per azioni: lì è un mondo che cambia, ma gli apparati istituzionali non na hanno mai voluto prendere atto seppur la UEFA ha sempre parlato di FPF, con Platini profeta. Questa commistione tra diritto sportivo, che pone dei limiti a far si che se Veltroni dice che sono società per azioni, è la base per dire che il calcio italiano si è trasformato in industria per lo sport, industria atipica perchè non si possono prevedere i risultati. Anche il cinema è industri atipica perchè si trattano beni immateriali. L'industria del pallone! ".

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