De Rosa a CalcioNapoli24.it: "Cannavaro deve restare, Quagliarella non si era integrato"

In prossimità di Napoli-Bari si accendono i microfoni di CalcioNapoli.24.it e la parola passa ad un illustre doppio ex, Gaetano De Rosa, che presenterà in anteprima per i nostri lettori il derby del Sud.

Da ex difensore con il vizio del gol, quanto conta avere in squadra un giocatore con le caratteristiche che aveva lei?

“L’importante è la lettura, dalle retrovie, dei momenti giusti per far male gli avversari. In una squadra, avere un difensore goleador che alla fine dell’anno ha siglato quattro, cinque reti, è un notevole valore aggiunto, anche se chi gioca nel pacchetto arretrato deve prima di tutto impegnarsi per evitare di prendere gol”.

E' stato un giocatore di Mazzarri per due stagioni a Reggio Calabria. La sua idea del livornese e qualche aneddoto...

“Aneddoti particolari non ce ne sono, ma posso dire che lui è un allenatore che sta dimostrando di essere tra i più preparati: fa del lavoro la sua arma, la sua forza. Ha un carattere forte e carismatico, e questo gli consente di essere seguito da tutti, anche perché è sempre lucido nel capire i problemi in anticipo per poi porvi rimedio prima che possano eventualmente degenerare”.

Come si pone sulla vicenda Cannavaro? Quanto è importante avere un capitano napoletano?

“Paolo non soltanto è napoletano, ma è un grande giocatore. Non c’è bisogno di aggiungere che ha colpito tutti sfoggiando un carattere e una personalità che spesso hanno consentito al Napoli di tirarsi fuori da tantissime difficoltà. Quando i cinquantamila lo fischiavano, lui, pur soffrendo, ha risposto con l’amore per la maglia risalendo, pian piano e in silenzio, la china fino ad attirare su di sé le attenzioni della Nazionale e il rinnovato amore dei tifosi che l'hanno apprezzato per i sacrifici fatti. Ora guai a toccarlo. In sintesi, direi che parliamo di un uomo di spessore e di qualità calcistiche notevoli, e quindi se il Napoli in futuro vuole sperare di conquistare alte vette ha bisogno di persone vere come Paolo Cannavaro”.

Cosa ne pensa del trasferimento di Fabio Quagliarella alla rivale “Signora”?
“La questione è molto complessa ed io non avendo tutti gli elementi preferisco non esprimermi più di tanto. Dico, in generale, che quando ci sono delle divisioni interne è conveniente per entrambe le parti prendere strade diverse. Pur volendo ragionare solo da tifoso, il passaggio alla Juve a me non arriva proprio come un tradimento o una scelta da mercenario. Per un calciatore non contano solo i soldi come spesso si dice, posso assicurarvelo. Conta soprattutto sentirsi parte integrante di una realtà dove si può lavorare bene ed esprimersi al massimo. Aspetto, questo, che evidentemente è venuto a mancare tra Fabio e l’ambiente azzurro”.

Da illustre doppio ex di entrambe le squadre, domenica farà il tifo per il Napoli o per il Bari?

“Brutta domanda (ride, ndr). Per il Bari ho rinunciato ad una carriera più ambiziosa e a grandi club, ma è una scelta che non rinnego perché mi sono tolto comunque grandi soddisfazioni con alle spalle la considerazione, la stima e l'affetto dei tifosi. Il Napoli, invece, era il mio più grande sogno: ho iniziato adolescente ad indossare la maglia azzurra fino all’esordio in seria A. Ecco, non so rispondere, il mio cuore è diviso a metà”.

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