Il Napoli e il Fair Play Finanziario, 3a puntata: la serie A perde credibilità, De Laurentiis no!

Copertina fonte : Salvatore Siviero per l'Università Parthenope e Calcionapoli24.it
Il Napoli e il Fair Play Finanziario, 3a puntata: la serie A perde credibilità, De Laurentiis no!

Prosegue il viaggio di CalcioNapoli24 nel FPF.  Il Napoli, con grande merito del gruppo di manager allestito da De Laurentiis, si trova in posizione di privilegio con le regole che, da qui al 2018, cambieranno l’organizzazione delle competizioni europee. Ancora più rilevante il dato del club partenopeo se consideriamo la situazione della Serie A.
In Italia, infatti, la posizione finanziaria netta (Pfn) è passata da 600 a 500 milioni di € tra la stagione 2008/2009 e la stagione 2009/2010, registrando perdite anche in termini di fatturato, passato da 1,6 miliardi a 1,5 miliardi. Interessante il dato riportato da Deloitte sul broadcasting, che per il Milan rappresenterebbe il 60% dei ricavi, per la Juventus il 65% e per l’Inter il 62%.

Numeri, questi ultimi, che indicano come il calcio italiano sia assolutamente dipendente dai diritti Tv, peraltro non così richiesti all’estero, vista la non eccelsa qualità del gioco.

Oculata in questo senso la politica del Napoli rispetto a quelle società, che spendono cifre considerevoli per giocatori e relativi ingaggi dimostrando una poca attenzione al settore giovanile, che garantirebbe un risparmio incredibile.

Non a caso, Deloitte indica il rapporto stipendi/ricavi della Bundesliga (51%) come il “più in salute” mentre quello della Serie A, pari al 73%, come il peggiore.

A peggiorare la  situazione nel campionato italiano le strutture che appaiono non adeguate. Gli stadi nella quasi totalità sono impianti vecchi e mal funzionanti: solo la Juventus, seppur con delle restrizioni, è riuscita a costruire uno stadio di proprietà, che in questi giorni festeggia 100.000 visite al museo dedicato all’interno!

I comuni, che guadagnano somme considerevoli dall’affitto percepito dai club, non concedono i terreni per la costruzione di impianti moderni e che possano vivere tutta la settimana.

Diminuisce così l’affluenza del pubblico alle partite, in risposta ad ambienti obsoleti, privi di comodità e piuttosto ostili, che tengono lontani anche investitori, frenati anche dall’eccessiva burocrazia. Esempio lampante e recentissimo è l’estenuante trattativa dei nuovi proprietari della Roma (di Di Benedetto), che non hanno ancora preso effettivamente completo possesso del club a causa dell’infinito iter burocratico.

Altro problema importante è lo scarso introito percepito dal merchandising (altro dato favorevole al Napoli, ndr.). Le società sono ancora indietro rispetto alla gestione del business legata al marchio e alla comunicazione dovendo ancora combattere contro la piaga del merchandising contraffatto che in Italia è esteso all’intero panorama calcistico.

Insomma ci troviamo di fronte ad una situazione piuttosto complicata e purtroppo le risposte delle istituzioni sono inadeguate.

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