"Il Napoli non ha i mezzi per qualificarsi in Champions. Calaiò? Ma non scherziamo..."

Rassegna Stampa fonte : Il Roma
Il Napoli non ha i mezzi per qualificarsi in Champions. Calaiò? Ma non scherziamo...

Una domenica da incorniciare. La prima del 2013 che rilancia il Napoli a vele spiegate dopo il poker alla Roma e che vede ridimensionate quasi tutte le dirette avversarie al podio ad eccezione della Lazio. Una sbornia di gol e di emozioni che rischia di ubriacare i tifosi e di intorpidirne la lucidità necessaria per comprendere le reali forze messe in campo dal Napoli e dalle sue dirette avversarie. A darci qualche ceffone di realismo è José Alberti, agente Fifa noto appassionato delle vicende azzurre che, pur tifando Napoli, vede altre squadre più attrezzate per la corsa alla Champions. Josè la sconfitta della Juve è un semplice passo falso oppure la lotta allo scudetto è riaperta? «Non diciamo sciocchezze, la Juventus vincerà il campionato con dieci punti di distacco dalla seconda. I bianconeri sono la squadra più attrezzata per arrivare fino in fondo mantenendo un ritmo costante. È ovvio che una sconfitta di tanto in tanto può capitare, ma sarebbe inopportuno pensare ad una flessione». Se la corsa al tri e è così scontata non lo è quella per un posto in Champions. Quali sono le reali possibilità del Napoli? «Ci sono diverse squadre che potrebbero ambire al secondo e al terzo posto in classifica, ma tra queste al momento non ci vedo il Napoli. I risultati del mese di dicembre la dicono lunga sulla reale forza di questa squadra capace di risultati esaltanti ma anche di sconfitte indecorose. Con questi numeri non si va in Champions, al massimo in Europa League. Squadre come la Fiorentina o la Lazio le vedo più attrezzate per gocare in una competizione di indiscusso livello come la vecchia Coppa Campioni». La flessione di dicembre non può essere dimenticata con l’attuale mercato di riparazione? «Non credo. I nomi che si stanno legando al Napoli non sono di spessore. L’enfasi per Armero si sgonfierà dopo le prime prestazini. Si tratta di un buon giocatore ma non di un fuoriclasse in grado di cambiare le sorti di una squadra a campionato in corso. E Calaiò? Con tutto l’affetto ma come si può pensare che possa sostituire Cavani, soprattutto in una squadra che è Cavani-dipendente. Non scherziamo, le campagne acquisti della svolta sono altre, quindi il Napoli proseguirà su questa strada fino a fine campionato». Come mai è così severo con il Napoli? «Sono molto legato agli azzurri, ma bisogna essere obiettivi. Il Napoli dipende essenzialmente dai gol di Cavani che con Messi, Ronaldo e Falcao è il meglio che possa trovarsi in Europa. Lanci lunghi, o gicate personali e poco gioco. È questo il sunto della squadra di Mazzarri che deve sempre sperare che il fuoriclasse uruguaiano goda sempre di ottima salute. Se gli allenatori italiani si svegliassero a capissero che il Matador deve essere marcato così come Gentile stava su Maradona, peer il Napoli sarebbero guai seri. Fermare una macchina da gol come lui vorrebbe dire spegnere completamente il gioco azzurro. Domenica ad esempio Zuniga ha fatto costantemente sentire il fiato sul collo a Lamela, mentre quando Cavani prendeva il pallone si trovava sempre a tu per tu con un solo difensore. Anzi nell’azione del primo gol gli azzurri erano quattro rispetto a due difensori romanisti. Un suicidio. Come suicidio fu per Petkovic quando venne a Napoli lasciando venti metri di spazio al Matador. Quando si gioca in questo modo contro il Napoli la sconfitta è certa. Ma per la Champions c’è bisogno di una squadra più completa»

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