ESCLUSIVA - Tovalieri: "Vi racconto quando fumavo con Rapajic prima di giocare. Vieri, che matto! Al San Paolo perdemmo uno spareggio, immaginate Cellino. Su Mazzone e Ruotolo..."

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ESCLUSIVA - Tovalieri: Vi racconto quando fumavo con Rapajic prima di giocare. Vieri, che matto! Al San Paolo perdemmo uno spareggio, immaginate Cellino. Su Mazzone e Ruotolo...

Un bottino niente male: 427 presenze e 143 gol tra Serie A, Serie B, e Serie C1. E' il Cobra, Sandro Tovalieri. Intervenuto in esclusiva ai microfoni

Un bottino niente male: 427 presenze e 143 gol tra Serie A, Serie B, e Serie C1. E' il Cobra, Sandro Tovalieri. Intervenuto in esclusiva ai microfoni della redazione di CalcioNapoli24.it, il velenoso attaccante ha svelato curiosità e retroscena degli spogliatoi frequentati negli anni '80-'90.

Curiosità: come è nato il soprannome 'Cobra'?

"Nasce nel periodo della mia permanenza a Bari. Me lo diedero alcuni compagni di squadra ché nello spogliatoio stavamo cercando un pochettino i nostri soprannomi. Io, essendo stato un giocatore velenoso in area di rigore, mi sono beccato questo nome. Abbiamo associato tutti i soprannomi agli animali". 

Ad Avellino è stato allenato da Luis Vinicio, tecnico che in certe circostanze è stato accostato anche a Maurizio Sarri. Ci sono davvero delle somiglianze tra i due?

"Il mister è stato un grande allenatore. Con lui abbiamo avuto una stagione bellissima ed abbiamo giocato anche un buon calcio. E' indubbio che stiamo parlando di trenta anni fa: oggi il calcio è cambiato e si è rinnovato. Era un allenatore a cui piaceva far giocare molto bene le proprie squadre, soprattutto in fase offensiva. Dire che ci sono delle somiglianze con Sarri, quando il calcio è cambiato molto, mi sembra un po' riduttivo. Ognuno fa il suo percorso: era un' epoca diversa. Sarri ha portato un bel calcio in Italia, sta facendo delle cose importanti con una rosa che non ha, però, dei cambi adeguati. E' un'ottima squadra ma se si fa male qualcuno i sostituti non sono all'altezza. Giocare sempre con gli stessi non è positivo. All'epoca noi avevamo dei grandi giocatori anche in panchina". 

Ha giocato con Ruotolo ad Arezzo: ricorda qualche aneddoto e qualche parola in dialetto che le ha insegnato Gennaro?

"E' stato uno dei giocatori più simpatici che abbia mai incontrato: cercava sempre la battuta e di interpretare gli allenamenti con il sorriso sulle labbra. Quando parlava in dialetto, insomma, per noi era difficile capire. Lui sottolineava il suo accento. Sono passati tanti anni ma ricordo che era un uomo spogliatoio, un giocatore carismatico".

Ha giocato con il primo Christian Vieri a Bergamo: che ricordo ha di quello che poi è diventato uno dei migliori attaccanti del panorama calcistico italiano?

"Ho avuto la fortuna ed il piacere di giocarci, anche se quando ero a Bergamo lui era giovanissimo. In ogni caso, si vedeva questa stazza fisica fuori dal normale e devstante; di testa era eccezionale e di velocità anche. Piano piano è diventato il grande campione, migliorando tantissimo anche con i piedi. Era il classico matto della squadra, un giocherellone che faceva tanto ridere. Ho avuto un bellissimo rapporto con lui!".

A Bari l'attacco era Protti-Tovalieri: un duo che in Puglia ricorderanno per sempre...

"Ho avuto tanti grandi partner d'attacco però con Igor c'era quel feeling che non derivava soltanto dal campo. Vivendo nello stesso quartiere, avevamo la possibilità di stare insieme anche con le nostre famiglie e quindi di frequentarci anche fuori dal campo. E' sempre stato un ragazzo bravissimo, un ragazzo d'oro che si impegnava tanto. Non siamo mai stati gelosi l'uno dell'altro quando uno dei due faceva gol e l'altro no. Dividevamo al 50% tutte le belle emozioni. A quell'epoca nacque il famoso trenino: era uno spettacolo condividerlo con tutta la città. Lo sento ancora con molto affetto e piacere perché anche grazie a lui ho segnato tanti gol: mi ha sempre creato tanto spazio in area di rigore. Siamo rimasti amici, quando c'è possibilità ci vediamo".

Spareggio salvezza Cagliari-Piacenza al San Paolo con Bortolo Mutti che aveva già firmato con il Napoli: i tifosi azzurri e quelli del Piacenza si gemellarono. Da lì in poi nacque la rivalità tra i supporters partenopei e i sardi. Ricorda quel giorno? Che aria si respirava?

"Eravamo seguiti da 25mila tifosi: lo stadio era quasi tutto cagliaritano. E' stata sicuramente una delle giornate più amare della mia carriera perché avevamo fatto una grandissima rincorsa. Perdere lo spareggio è stata un delusione, anche per tutti i tifosi presenti sugli spalti che per fortuna ci hanno applaudito comunque. Bortolo Mutti doveva diventare allenatore del Napoli, quindi posso farvi immaginare Cellino... Carletto Mazzone voleva portare lo spareggio a Roma perché lì ci sarebbe stato il supporto dei tifosi della Roma. Al di là degli screzi, le squadre sono scese in campo: noi mancammo per gran parte del match e giustamente perdemmo".

Ha dichiarato che il Mazzone di Cagliari è stato il suo miglior allenatore. Ci racconti un episodio inedito...

"E' stato uno dei più grandi allenatori che ho avuto: era un papà per noi tutti. Era un grandissimo professionista: motivatore per tutta la settimana e conosceva a memoria tutte le caratteristiche dei giocatori avversari. Era romano, aveva queste battute spiritose che condividevamo nello spogliatoio. Ci sono stati tantissimi episodi simpatici. Ne racconto uno su tutti. Disse a Francesco Cozza, che si lamentava di giocare poco: 'Io sono amico dei tassisti, è inutile che ti lamenti con loro di non giocare. Domenica ti faccio giocare, stai trqnuillo'. Per la prima volta, quindi, disse ad un giocatore, di martedì, se fosse titolare o meno. Andammo a Genova, perdemmo 4-1: Francesco il sabato sera aveva la febbre a 39 ma non lo disse. Non giocò una grande partita ma ricordo che nello spogliatoio ridemmo per tutte le cose che gli disse Carletto. In ogni caso, ci trattava tutti come figli".

Ha fumato una sigaretta negli spogliatoi prima di Monza-Perugia con Rapajic. in quel match, dopo questo gesto scaramantico, segnaste entrambi. E' andata davvero così?

"Questa cosa nacque al girone d'andata: Milan Rapaic ed io non riuscivamo a segnare da quattro, cinque partite. Prima del fischio d'inizio, con i magazzinieri, guardavamo i tacchetti delle scarpette quando Milan mi disse: 'Andiamo a fumarci una sigaretta'. Io gli risposi: 'Ma che sei matto? Tra un'ora giochiamo!'. Andammo a fumare una sigaretta di nascosto, alla fine. Vincemmo 2-0 e segnammo entrambi. Da quel giorno, diventò fisso: tutti lo sapevano, anche l'allenatore, tutta la città. Quell'anno io chiusi la stagione a 12 gol, più quello che segnai nello spareggio. Andammo addirittura in Serie A, cosa che, a quattro-cinque giornate dalla fine, era insperata. Ricordo che anche il Corriere dello Sport ci dedicò un articolo per questa cosa della sigaretta. Il mio compagno era molto scaramantico, per fortuna è andata bene sempre".

Ha giocato con Grava a Terni: oggi ricoprite lo stesso ruolo. Come mai ha deciso di dedicarsi ai giovani e non ai professionisti?

"Lo saluto con affetto, abbiamo avuto un bellissimo rapporto e sta facendo tante cose belle. Appena ho smesso di giocare, desideravo aprire una scuola calcio e di insegnare i valori dello sport che sono soprattutto utili per diventare campioni nella vita. Mi sono dedicato alle scuole calcio, poi ho avuto un'esperienza con i professionisti: sono stato otto anni a fare l'allenatore dei giovanissimi e degli allievi nazionali della Roma. Poi ci fu l'arrivo degli americani che decisero di cambiare. Poi, avendo perso mia moglie e mia madre, dovevo dedicarmi ai miei figli e mi sono distaccato dal calcio: quando esci un pochettino poi fai fatica a rientrare. Ci sono state delle proposte ma non sono andate bene: nella vita mai dire mai!".

Chi è il nuovo Tovalieri?

"Ci sono tantissimi giocatori bravi che possono ricoprire il mio ruolo. Nel calcio di oggi, però, gli attaccanti, quelli veri, si contano sulle dita di una mano. Il calcio è cambiato, ci sono molti attaccanti di movimento ma credo che Gonzalo Higuain, in area di rigore, è il migliore. Se capita una palla gol in area, difficilmente sbaglia. Fino a qualche anno fa era Pippo Inzaghi quello che mi somigliava molto per caratteristiche".

Il gol più bello che ha segnato al Napoli? La società azzurra l'ha mai contattata per vestire la maglia azzurra?

"Di Napoli ho un bellissimo ricordo perché segnai il mio primo gol in Serie A al San Paolo, durante un Napoli-Roma: facemmo gol io e Diego Armando Maradona. Penso che dopo aver detto questo nome posso anche evitare di continuare... Davanti ad 85mila spettatori fu un'emozione incredibile: vederlo giocare dal vivo poi...Credo sia difficile che qualcuno possa diventare come lui: era piccolino e non cadeva mai, faceva delle cose fuori dal normale. Ho avuto il piacere di conoscerlo e di scambiarmi la maglia: per me quello è un ricordo che mi porterò per tutta la vita. Sinceramente non sono mai stato contattato per vestire la maglia azzurra, anche se era una piazza dove sarebbe stato bellissimo giocare per l'affetto dell tifoseria napoletana".

Proprio il Napoli, domenica prossima, affronterà l'Atalanta, bestia nera degli azzurri: Sarri riuscirà a riscattarsi dopo l'eliminazione in Coppa Italia?

"L'Atalanta è la bestia nera di tante squadre da un anno a questa parte. Gasperini era sull'orlo dell'esonero e si è inventato questo giocattolo di giovani con cui sta facendo qualcosa di straordinario, anche in Europa. E' una partita molto delicata, come abbiamo già visto anche in Coppa Italia e a Roma, quando hanno battuto i giallorossi. E' una partita molto rischiosa: la qualità del Napoli è maggiore ma è una partita ad alto rischio. Gli azzurri devono cercare di vincere per mantenere la vetta: la Juventus non abbassa un colpo. Devono fare frutto degli errori commessi nelle partite passate: sulla carta, a lungo andare, il Napoli è favorito per lo scudetto. Quella a Bergamo sarà una partita sofferta".

Dall'agosto 2017 è Team manager della "United Sly", realtà con la prima squadra in Seconda Categoria e responsabile tecnico della scuola calcio: quale obiettivo avete per questa stagione?

"E' una società nata lo scorso anno. Ho conosciuto il presidente questa estate e, dopo una chiacchieratina a Bari ed una pizza, abbiamo trovato l'accordo in cinque minuti. Voleva portarmi a Bari per avere un personaggio conosciuto dalla gente e a cui i tifosi erano affezionati. Mi ha scelto e sono felice di questa nuova esperienza in una categoria sconosciuta: mi ci sono calato a capofitto. E' una società ambiziosa con dei progetti. Conoscendo il presidente, tra qualche anno questa squadra farà parlare di sé. Non sappiamo dove andremo a finire ma le ambizioni e le potenzialità ci sono tutte. Non è una società da Seconda Categoria".

In futuro si vede tra i professionisti?

"Vedremo. Mi sono calato in questa realtà: vediamo se ci saranno i presupposti giusti per continuare insieme alla United Sly il progetto. Quando prendo un impegno lo mantengo, soprattutto se questa cosa mi piace e se la società ha piacere ad avere una collaborazione. In questo momento il progetto è questo: crescere!".

di Simone Guadagno - Twitter: @SimoneGuadagnoo

©RIPRODUZIONE RISERVATA, PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE

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