«Per noi sei fuori». È questa frase ad aver inchiodato il Verona, condannato dal Collegio arbitrale a risolvere il contratto del difensore Michelangelo Albertazzi e a pagargli 144 mila euro netti, l’ammontare degli stipendi che gli avrebbe dovuto corrispondere fino alla scadenza del rapporto. A raccontarlo è l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport:
"La frase risale al 6 ottobre scorso ed è stata registrata dalla vittima, come il resto della conversazione. È il d.s. Fusco a rivolgersi con quell’espressione, nel corso di un incontro in cui spiega al calciatore perché il Verona, pur condannato da un primo lodo arbitrale a reintegrare in rosa «in toto» il difensore, gli avrebbe consentito di allenarsi con un preparatore e di usufruire di uno spogliatoio, ma non di partecipare a tutte le attività riservate alla prima squadra: «Gli allenamenti li gestiamo noi, non partecipi ai ritiri, non partecipi alle riunioni tecniche, alle colazioni, ai pranzi, noi siamo qua, vedi quello che vuoi fare, questa è la storia», gli dice Fusco"