Possiamo dire che non è più il solito Napoli?

Editoriale  
Possiamo dire che non è più il solito Napoli?

Dall'inferno al paradiso, sembra una fase fatta ma è la descrizione più adatta da fare in virtù di cosa è successo

Dall'inferno al paradiso, sembra una fase fatta ma è la descrizione più adatta da fare in virtù di cosa è successo nell'arco dei novanta minuti di Napoli-Chievo Verona. In cinque minuti è cambiata la sorte del campionato: Milik e Diawara hanno riacceso le speranze scudetto del Napoli. Un San Paolo tra lacrime e gioia, la Juventus non è più così lontana. Quattro lunghezze separano gli azzurri dalla capolista, il campionato è ancora aperto considerando uno scontro diretto da giocare.  

NON E' ORO TUTTO CIO' CHE LUCCICA 

I tre punti sono arrivati ma le problematiche restano. Nelle ultime cinque partite gli azzurri hanno collezionato una sconfitta, due pareggi e due vittorie. Le statistiche parlano chiaro, il Napoli non è più lo stesso. Sono calate notevolmente le condizioni fisiche di alcuni calciatori, le trame di gioco sono prevedibili e macchinose, la testa non regge la sfida con la Juventus. La poca fiducia di Sarri in alcuni giocatori che scalpitano in panchina alla ricerca di una maglia da titolare in una stagione ricca di impegni prima o poi dovevi pagarla. E pare che proprio in questo rush finale i calciatori non riescano a essere lucidi, difficile vincere uno Scudetto e lottare contro i sei volte campioni d'Italia con una rosa ristretta e un allenatore che conta solo su 13 uomini.

ALLAN E KOULIBALY, L'EMBLEMA DELLA STANCHEZZA

Due dei calciatori più in forma in questa stagione, da un mese a questa parte sembrano appannati e in netta difficoltà fisica. Il brasiliano conta 43 partite tra campionato, Coppa Italia e Champions League. Koulibaly tre in meno rispetto al brasiliano. Son troppe, Sarri deve riconoscere che in alcune circostanze gente come Chiriches, Rog e Tonelli potrebbero avere più spazio, per far rifiatare i così detti titolarissimi.

ORA E' TROPPO TARDI...

Cambiare ora è da folli e Sarri lo sa bene, forse avrebbe dovuto gestire meglio una rosa formata da giovani che hanno voglia di dimostrare il loro valore. E' troppo tardi, mancano sette giornate e la Juve pare non abbia nessuna voglia di perdere punti visto che nell'arco del campionato ne ha già persi troppi. Sette partite, quattro punti, è arrivata l'ora che i titolarissimi ripagano la super fiducia datagli da Maurizio Sarri a inizio stagione.

di Simone Scala (Twitter: @SimoneScala17)

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