Fino al palazzo per prendere il potere...

"Padrone del nostro destino? E' difficile dirlo, se fosse per me andiamo fino al palazzo a prendere il potere, sapete tutti benissimo che non è così semplice". Parole e musica di Maurizio Sarri nel post gara di Napoli-Genoa. Una frase che da qualche ora risuona nella mente dei tifosi azzurri: un inno a non arrendersi nonostante i mugugni delle settimane precedenti che davano la truppa azzurra ormai lontana dal titolo.

Il Napoli è vivo e nonostante un gioco ancora non spumeggiante come nei mesi scorsi è lì a mettere pressione alla corazzata juventina. Chi parlava di campionato finito ha dovuto ricredersi: la lotta al vertice è tuttaltro che finita ed ognuna delle 9 finali rimaste dovrà essere giocata come la partita della vita per arrivare al traguardo con le braccia alzate. Lo ha dimostrato la stessa Juventus, fermata sullo 0-0 da una squadra che in classifica ha 50 punti i meno. Il gioco dei nervi è una brutta gatta da pelare e può passare da un gol di Dybala al '93esimo ad una zuccata di Albiol, a secco da due anni, che riapre lo scontro più altalenante dei ultimi anni. 

La marcia di Sarri: "Con 18 persone si può fare un colpo di Stato"

Quella azzurra rappresenta una scalata al potere per sovvertire le gerarchie che ormai da anni imperano in Italia. Di questa opportunità incredibile sembra essersene accorto anche lo stesso Sarri che ha sempre guardato con diffidenza e cieca realtà alla lotta tricolore. Le sue dichiarazioni, spesso battagliere ed oggetto di critiche, hanno un' origine ben più profonda: era il 2015 quando il tecnico azzurro dava inizio ad una rivoluzione: Con diciotto persone si può fare un colpo di Stato e prendere il potere. Li ritengo più che sufficienti, per noi". Il momento sembra arrivato, il destino è di nuovo in bilico a dispetto degli sbalzi umorali della piazza. La strada è delineata ed il navigatore è ancora acceso: "fino al palazzo per prendere il potere...".

di Riccardo Catapano - Twitter: @RikyCatapano