"Vogliamo dare uno schiaffo a Higuaìn": Mertens fa schiantare una leggenda metropolitana

Rassegna Stampa fonte : Il Roma
Vogliamo dare uno <i>schiaffo</i> a Higuaìn: Mertens fa schiantare una leggenda metropolitana

Alle belle parole, meritate e, spesso, scontate, s’è affiancato anche il gol ritrovato, perché lo zampino non gli bastava più. Esistono due facce della stessa stagione: campionato e coppe europee. Del primo volto Dries Mertens aveva dimenticato l’emozione di una rete. Le ultime ripescano l’esordio a Pescara datato 21 agosto, oltre due mesi fa, una doppietta scaccia (prima) crisi per confermarsi micidiale subentrando dalla panchina. Poi però la leggenda metropolitana s’è schiantata alla (nuova) realtà dei fatti dato che l’esterno belga, oggi jolly offensivo, ha saputo esprimersi al top anche dal primo minuto, senza alcuna differenza.

VERO NUEVE. Il ruolo di centravanti non lo ingrassa né lo sfina, anzi ne esalta maggiormente le peculiarità: tecnica, intelligenza, rapidità di gambe, fame. Soprattutto fame. Ne è palese fotografia l’attacco della profondità in occasione del vantaggio che spiana la strada al successo sull’Empoli: «Abbiamo giocato bene - le sue parole a fine gara ai microfoni di Mediaset Premium -, era importante arrivare al massimo alla sfida di sabato contro la Juventus. Il nostro obiettivo era guardare gara dopo gara, stasera volevamo i tre punti e ci siamo riusciti, ora andiamo avanti con maggior convinzione». Gol e sorrisi nella notte delle centocinquanta presenze in maglia azzurra: «Spero di farne tante altre», riflette Mertens, sinceramente innamorato di una città che lo ha adottato non solo a parole ma è presente e lo incoraggia ogni qualvolta se ne presenta minima occasione. Mertens è il leader che non t’aspetti, la risposta al dilemma del “post Higuain” che non è più tema d’attualità perché atavico da giorni, esattamente da quando il belga s’è preso il Napoli a suon di gol (sei in totale), assist, dribbling ed anche palloni recuperati, perché non può esistere un solo ruolo da saper ricoprire nel pentolone del calcio moderno. Ecco perché Mertens, l’ex dodicesimo che ha già superato l’esame “titolarissimo”, non sfigura da prima punta, da vero nueve, altro che falso.

NEMICI AMICI. Intanto è già tempo di Juventus-Napoli perché il tempo scorre via veloce e lascia poco spazio alla tregua mentale. “Vogliamo vincere” urla forte Mertens, ma è un grido scontato perché nessuno parte sfiduciato alla vigilia di una gara che può già valere una stagione. Al fascino della storia, quest’anno s’aggiunge anche la strana sensazione di ritrovarsi avversario un certo Gonzalo Higuain, l’ex eroe del San Paolo che ora vive (e continuerà a vivere) da traditore insensibile, senza cuore, fin troppo freddo nelle (sue) emozioni. «Più che uno scherzo gli darei uno schiaffo », scherza Mertens, che poi prosegue: «In campo non esistono amici, sarà una gara importantissima ». E sarà anche il primo vero test per misurare lo stato psicofisico di una squadra, il Napoli, che s’è ripreso solo in parte, vincente contro avversari modesti, in affanno rare volte ma pur sempre distante, per intensità e velocità, alla perfezione appena sfiorata lo scorso anno.

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