Serie A - Juventus-Napoli non si disputerà. Causa Covid 19 il Napoli è stato bloccato in città e non è partito verso Torino. La Juventus e la Lega Serie A però spingono per giocare. Intanto, dopo la decisione dell'ASL che ha bloccato la squadra di De Laurentiis, arrivano i 4 documenti che spiegano il motivo della mancata partenza. Questo quanto riportato dal Corriere della Sera.
Questi i 4 documenti:
Si tratta di una Pec scritta e inviata dal Napoli e destinata alla Lega, alla Juventus, alla Figc e al Giudice Sportivo in cui la Ssc Napoli comunica di non essere in grado di raggiungere il capoluogo piemontese in seguito al provvedimento urgente della Asl 1 di Napoli, che ha disposto «l’isolamento fiduciario della squadra, anche alla luce dell’attuale andamento epidemiologico».
«Appare evidente - scrive ancora il Napoli - che la partenza della squadra per Torino rappresenterebbe una violazione del provvedimento dell’autorità locale competente per la sicurezza sanitaria, nonché delle vigenti norme statuali in materia, con le conseguenti responsabilità previste dalla legge a carico dei contravventori. La fattispecie, con riferimento alla delibera del Consiglio della Lega Serie A (Lnpa) ricevuta in data di ieri, ore 17.01, rientra chiaramente tra quei provvedimenti delle autorità statali e locali che sono “fatti salvi” e che determinano l’inapplicabilità delle “regole relative a impatto Covid-19 – gestione casi di positività e rinvio gare”. Pertanto si comunica che, dovendo necessariamente rispettare il provvedimento della Asl regionale e della Regione Campania, ai quali la scrivente e i propri tesserati non possono sottrarsi, e, dunque, per causa di forza maggiore, la squadra non è potuta partire per Torino. Alla luce di quanto sopra, si chiede alla Lega Nazionale professionisti Serie A il rinvio della gara ad altra data, ovviamente per ragioni non imputabili alla scrivente».
Questa la posizione del Napoli che però prima di convincersi della necessità di non partire ha preso visione prima, e chiesto chiarimenti poi, su tre diversi documenti che hanno esplicitato la decisione delle autorità sanitarie locali.
Il primo stop alla trasferta del Napoli è della Asl Napoli 2. Nel documento si chiede l’isolamento fiduciario del gruppo a seguito della positività di due calciatori Elmas e Zielinski. Qui è necessaria una premessa. A differenza di quanto accade per i comuni cittadini le azioni dei calciatori professionisti in caso di positività al Covid di un loro compagno o di altro partecipante al cosiddetto «gruppo squadra» sono regolamentate da un protocollo predisposto da Ministero della Salute, Regioni, Figc e Lega calcio, fatto proprio operativamente da una circolare del ministero della Salute, che stabilisce per i giocatori una sorta di quarantena «soft». In pratica il calciatore positivo va in quarantena effettiva, mentre gli altri generalmente si isolano nel centro sportivo della squadra effettuando almeno un tampone Covid a ridosso dall’inizio della partita con un risultato che deve essere reso noto almeno entro quattro ore prima che cominci la gara stessa. I «negativi» escono e vanno a giocare, poi tornano in isolamento: così per 14 giorni escono dall’isolamento solo per allenarsi e andare a giocare le partite. Tuttavia nella circolare del ministero della Salute che attua il protocollo, si lascia una certa discrezionalità alle Asl. Che «possono prevedere» la quarantena soft, ma anche no. Nel primo documento della Asl Napoli 2 non si faceva esplicito riferimento al protocollo, quindi il Napoli non aveva chiaro se poteva giocare o meno, ed ecco perché i calciatori azzurri chiedono un successivo chiarimento.
Chiarimento richiesto alla Asl Napoli 1 dalla quale arriva una risposta. Che ribadisce il pericolo della crescita del contagio se il Napoli, tutto, non resta isolato. Rischio che coinvolgerebbe tutte le persone con i quali i calciatori potrebbero entrare in contatto nel viaggio verso Torino, inclusi i calciatori della Juve. Questa volta però si cita la circolare (e quindi il protocollo che sta alla base) anche se per dire che non può essere utilizzata.
A questo punto il Napoli attraverso il suo medico sociale chiede quindi un ulteriore chiarimento, stavolta alla Regione Campania e in questo caso riceve la ferma indicazione di non partire. La partenza sarebbe infatti la violazione di un atto amministrativo, con pesanti conseguenze sul piano giudiziario.