Il giorno dopo l’ottava giornata. Il turno lo apre la Juventus al cospetto della Lazio. I bianconeri, malgrado il vantaggio del primo tempo, finiranno per soccombere nella ripresa. I biancocelesti la ribalteranno grazie ad un incontenibile Ciro Immobile e conserveranno il vantaggio fino al 96° inoltrato perché anche Strakosha, dopo Berisha, parerà un rigore a Dybala. Allegri è convinto che il Napoli crollerà. Beato lui che ha certezze. Nel frattempo pare stia crollando la sua Juventus. Seconda gara consecutiva nella quale viene rimontata. Un punto nelle due ultime uscite e ben quattro reti subite. Certe volte sarebbe meglio fare silenzio. E non solo lui.
Il giorno dopo l’ottava giornata. La gara di Torino finirà per intrecciarsi con quella dell’Olimpico. Gli uomini di Sarri sbancheranno anche Roma vincendo la quinta trasferta su cinque malgrado qualcuno avesse parlato di mal di trasferta. Su quali basi, resta un mistero. Anche perché, più di dodici punti su dodici, nelle precedenti quattro esibizioni lontano dal S.Paolo, cosa avrebbe potuto fare di più il Napoli? Resta un mistero. Anche in questo caso, il silenzio, sarebbe stato oro. E’ vero che, pare bisogna dar fiato alle ugole e inchiostro alle penne, ma addirittura sovvertire la matematica. Eppure si tratta di una semplice operazione di tabellina: 4 x 3 = 12 punti. A tutto dovrebbe esserci un limite. Ma evidentemente non è così.
Il giorno dopo l’ottava giornata. All'ombra dei sette colli e nella città dei sette re, il Napoli piazza l'ottava meraviglia e spedisce la Roma a meno nove e la Juventus a meno cinque. Gli azzurri, dopo la sosta ripartono da dove avevano finito. Macinando gioco e avversari. Assoluti padroni del campo per quasi l’intera gara, capitalizzeranno alla grande la rete di Insigne nella prima frazione. E anche quest’anno, come lo scorso campionato, due su due a Roma. Alla faccia del mal di trasferta. E con quella di ieri sera, quinta trasferta e quinta vittoria. Ripassiamo le tabelline: 5 x 3 = 15. Eh si, è proprio
mal di trasferta.
Il giorno dopo l’ottava giornata. L'undici di partenza è ormai relativo, in 15/16 hanno mandato giù a memoria lo spartito. L’approccio alla gara è stato straordinario per personalità e mentalità. Dopo il vantaggio, tante le occasioni per poterla chiudere. Poi, nel finale, quasi normale che la squadra si sia abbassata. C’era da conservare un vantaggio importantissimo. Sarri ha opportunamente cambiato l’intera mediana in palese affanno. Poi, dove non hanno funzionato i meccanismi, ci ha messo la manona Reina, togliendosi l’ennesimo sassolino dalle scarpe. E finalmente il Napoli si toglie lo “sfizio” di vincere una partita per uno a zero. L’ultima volta che l’aveva fatto a Roma, fu nella stagione 1986/87. La risolse Lui, quell’altro napoletano nato per sbaglio in Argentina. Poi, a maggio, finì come finì.
Il giorno dopo l’ottava giornata. Da un Ciro all'altro. E’ la notte di San Ciro. Quello della Lazio demolisce la Juventus, quello del Napoli si batterà come un leone e sarà autore della giocata che creerà scompiglio nell’area giallorossa in occasione della rete di Insigne. E nei minuti di recupero gli verrà negato anche un rigore solare, peccato che nessuno o quasi se ne sia accorto. Per i tifosi del Napoli è stato un sabato Santo. Malgrado manchi ancora tanto alla Santa Pasqua. Nel frattempo, i tifosi azzurri festeggiano come se fosse l’ultimo dell’anno. Certamente è molto presto. Ma, mai come quest’anno, sognare è lecito. E’ vero che i campionati si vincono a maggio, ma è anche vero che ad ottobre si rischia di perderli e compromettere una stagione. Nel frattempo, giusto godersi una buona domenica. Perché è bello guardare tutti dall’alto in basso.
Stefano Napolitano