L'editoriale di Scozzafava: "I perché di una stagione deludente"

Rassegna Stampa  
L'editoriale di Scozzafava: I perché di una stagione deludente

l dibattito se sia o meno la stagione del fallimento si sta accendendo e in certi ambiti è diventato un cinema. Quale sarebbero gli obiettivi falliti? Oppure di quali significative svalutazioni si sarebbe reso responsabile Ancelotti? La rosa del Napoli non ha subito chissà quali stravolgimenti rispetto allo scorso anno e chi giocava poco con Sarri non ha certo fatto maratone in campo con Ancelotti. Si può invece parlare di stagione deludente rispetto ad aspettative dichiarate dai protagonisti e che sono state disattese. Per Ancelotti il Napoli sarebbe riuscito a competere su più fronti, in realtà nelle partite chiave ha detto addio a tutti i tornei collaterali al campionato. E, rispetto alla scorsa stagione, senza l’«attenuante» di averli snobbati. Ma giocandoli e perdendo sul campo quando il livello si è alzato. Resiste oggi a cinque giornate dalla fine il solo dovere morale di concludere da secondi in classifica, ma anche questo è un obiettivo che vacilla. In Champions ci andrà lo stesso e i quarti di finale in Europa League resteranno un piazzamento non usuale per il club di De Laurentiis. Non ci sono i presupposti per parlare di fallimento. Restano invece tante considerazioni da fare sul perché sia stata una stagione deludente. Il Napoli ha perso la certezza del gioco, ha smarrito anche l’identità che Ancelotti aveva creato e che fino ai primi intoppi ha resistito, ha iniziato a sgretolarsi come gruppo. Dove non ci sono top player, è il concetto di squadra che fa la differenza. Quell’unicum che è venuto a mancare quando la squadra ha perduto la sua anima. L’anima da cui passa la costruzione del gioco: Albiol e Hamsik. Il difensore si è infortunato, la cessione del capitano è stata fatta passare in maniera indolore. É stata una plusvalenza importante per la società, vidimata dall’allenatore. La media della velocità del palleggio si è abbassata e il gioco si è snaturato. I giocatori hanno iniziato a deprimersi: il crollo sta nelle ultime dieci partite, il Napoli ne ha perse sei. Persino l’Atalanta che non è una squadra di palleggio ma di occupazione del campo attraverso i duelli ha avuto una velocità superiore a quella del Napoli. Ancelotti ha insistito: si può e si deve dare di più. Ma partendo dalla ricostruzione.

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