Il Roma - Dove sono i campioni? Il mercato è finito senza i colpi annunciati ma solo con cessioni

Inler e Zuniga tenuti in "stand-by" nella speranza di una cessione con plusvalenza-lampo per poter fare un ultimo innesto di spessore, ma non sono arrivate offerte interessanti. A centrocampo si è partiti da Mascherano, Gonalons e Fellaini per finire con David Lopez e Gargano. De Guzman il jolly è la nota positiva. di Giovanni Scotto Lo ha detto. Benitez lo disse: «Faremo un paio di acquisti al “top”». La domanda, in una conferenza stampa di fine stagione scorsa, fu chiara. E l’allenatore azzurro non si tirò indietro. Anche lui, come i tifosi partenopei, si aspettava almeno un colpo importante, magari a centrocampo. Del resto, anche i sassi sapevano che serviva almeno un grande centrocampista. Il Napoli ci aveva provato, ma senza riuscirci. Evidentemente, la priorità non era un grande acquisto, ma tenere i conti in ordine, possibilmente in attivo. Per questo si doveva vendere, poi comprare. Il tempo di fare due conti, e i giochi erano fatti: tre acquisti subito, uno per reparto, e poi aspettare opportunità, e magari cessioni clamorose e inaspettate (Inler e Zuniga, magari). Trattenuti Callejon e Higuain (entrambi hanno sondato il terreno alla voce “addio”) e subito dentro Koulibaly e Michu: un difensore e un attaccante. Mancava un centrocampista, doveva essere Gonalons. Non fu lui, perché il francese ha fatto saltare la trattativa nel giorno delle firme. Questo ha scombussolato i piani del Napoli. Ci ha provato Bigon: Schneiderlin, Kramer, Lucas Leiva e Sandro. Solo per citarne alcuni. E poi perfino Mario Suarez, Javi Martinez e Javi Garcia. Nomi solo sondati, ma comunque presi in considerazione. E poi le suggestioni: Mascherano se avesse lasciato il Barcellona, Fellaini se fosse riuscito il colpo a sorpresa. Ma con quali soldi? Ne sono girati pochi: 20 milioni spesi e altrettanti guadagnati. Pochi spiccioli dalla doppia cessione di Dzemaili e Pandev al Galatasaray, nemmeno 3 milioni di euro. Giusto per citare le ultime cessioni. E quindi, tra un rifiuto e l’altro, si è dovuto “ripiegare” su quinte e forse seste scelte. Ma anche settime. Positivo l’innesto di De Guzman, che costa relativamente poco e che può agire in mediana e soprattutto sulla trequarti. E poi David Lopez, colui che Benitez ha cortesemente definito un “giocatore di ruolo”, nel senso di uno poco famoso che deve soltanto essere utile. E c'è anche la simpatica beffa: alla fine l'altro rinforzo a centrocampo (senza contare il più offensivo De Guzman) è quel Walter Gargano che molti tifosi neanche sapevano che sarebbe tornato. Potrebbe essere una rivelazione, per carità, ma intanto questi non sono i nomi “top” che i tifosi aspettavano. Ringrazia il bilancio, intanto, e si aspetta gennaio. Ma per cosa poi? Lo dirà il campo. Il Napoli ha tentato di cedere a sorpresa uno tra Inler e Zuniga (clausola di 30 milioni su colombiano) per poter fare un ultimo colpo. Se fosse partito lo svizzero sarebbe arrivato un centrocampista, in caso di addio del colombiano un esterno. Nomi già pronti nel cassetto, forse. Ma non sono arrivate offerte (se non una, ritenuta “misera” dal Bayern Monaco per lo svizzero) e poi più nulla. E i mancati utilizzi dei due nel preliminare forse centrano qualcosa. Chissà. E quindi senza uscite clamorose (per clamoroso si intende la plusvalenza) il Napoli è rimasto così. Via Reina, Fernandez, Dzemaili, Pandev e Behrami. Dentro Andujar, Koulibaly, Michu, De Guzman e David Lopez. Tanti movimenti per un Napoli che non sembra uscire più forte da questo mercato estivo. La “rivoluzione” che era partita lo scorso anno e che si doveva completare adesso forse c’è stata, ma soltanto per un via-vai di giocatori e tanti volti cambiati. Si spera che la squadra migliori, ma intanto nell’ultimo giorno di mercato una calma piatta e un silenzio eloquente. Il Napoli non ha cercato nessuno, ma in compenso ha ceduto: via Maiello, in prestito al Crotone, e Novothny, in prestito al Mantova. Proprio in extremis ha rescisso il contratto Marco Donadel. Tantissimi esuberi partiti, ben 33 cessioni. Un record, questo sì, soprattutto se si pensa che ben 18 di questi giocatori sono andati via a titolo definitivo (compresi i fine contratto). Restano soltanto Rosati, Radosevic e Palma. Tuttavia, di sicuro a gennaio non ci sarà una rosa gigantesca con cui fare i conti. Un primo passo verso qualche investimento importante, che ad oggi non c’è stato. Grazie alla tante cessioni, ben operate da Bigon, il monte ingaggi è sceso. Non è un top player, ma meglio di niente...