"Diventerai il nuovo Italo Allodi e vincerai con il Napoli". Quando scherzosamente, dal vivo ed anche tramite messaggi, gli amici augurarono questo a Cristiano Giuntoli, il diretto interessato, da buon toscano di Agliana, quasi mandò tutti a quel paese perché sembrava qualcosa spinta un po' troppo in là. In cuor suo però ha sempre avuto come modello di riferimento Allodi, l'uomo che programmò di fatto il primo scudetto della storia del club azzurro. Quando in estate tanti, forse in troppi, lo chiamavano terrorizzati perché il Napoli aveva ceduto uomini di un certo rilievo e peso specifico nello spogliatoio, Cristiano si godeva il momento mostrando la calma di chi aveva già confezionato tutto con mesi d'anticipo. Ad addetti ai lavori non faceva altro che ripetere un vero e proprio mantra: "Tranquilli, vedrete che faremo un Napoli forte".
Da quando ha appeso le scarpette al chiodo, Giuntoli ha studiato senza mai fermarsi. Il suo motto è sempre stato "In ognuno di noi c'è un talento nascosto". Questa filosofia di vita l'ha portato a costruire delle favole che resteranno nella storia del calcio. La scalata con il Carpi dai Dilettanti alla serie A insieme allo scudetto del Napoli sono due titoli che pochi direttori possono vantare. Tra l'altro la scalata di Giuntoli verso lo scudetto partì proprio da Pianura in quello spareggio promozione nel 2010 che gli emiliani persero per 8-2 nella gara di ritorno, ma che non ebbe conseguenze sportive in quanto ci fu il ripescaggio nella vecchia C2. Da lì, anno dopo anno, Giuntoli è cresciuto portando qeul club in paradiso ed avendo il budget più basso di sempre.
Quando il duo Chiavelli-De Laurentiis la scorsa estate gli ordinò di tagliare monte ingaggi svecchiando anche la rosa, il direttore sportivo non ha battuto ciglio. Non si è depresso e nemmeno fasciato la testa. D'altronde parliamo di un dirigente che, con poco meno di qualche centinaia di euro, è riuscito a portare una matricola per la sua prima volta in A. Ragion per cui non gli ha mai fatto paura niente. E allora eccoti Kvaratskhelia, Kim, Olivera con Simeone (in prestito con diritto di riscatto), Raspadori (prestito con obbligo), Ndombele. Tutta gente con un impatto a bilancio basso ed una resa importante che si è vista poi sul campo. Senza contare Osimhen, il calciatore che più di tutti Giuntoli ha voluto a Napoli spingendo De Laurentiis a spendere una cifra mai vista finora nella sua gestione per una punta.
Al triplice fischio finale certamente avrà rivisto davanti agli occhi tutte le immagini, anche le batoste, ricevute da quando ha intrapreso ufficialmente questa carriera. Ricordiamo che già da calciatore amava girare campi per segnarsi nomi di avversari creandosi una sorta di database. Oggi l'Italia scopre di avere un dirigente bravo, non sponsorizzato e figlio della gavetta. Dallo stadio Simpatia di Pianura al Maradona: in 5 chilometri Giuntoli ha scritto la favola più bella.
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