C'era una volta il San Paolo sempre pieno, ora troppo vuoto per esser vero: tifosi in fuga dagli impegni non rispettati

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C'era una volta il San Paolo sempre pieno, ora troppo vuoto per esser vero: tifosi in fuga dagli impegni non rispettati

C'era una volta La Domenica Sportiva con Adriano De Zan prima e Tito Stagno e Gianni Brera  poi. C’era una volta 90° minuto e Paolo Valenti e una serie di inviati pittoreschi chiusi nelle loro giacche a quadri. Avevano i basettoni e degli improponibili baffoni. Avevano delle cuffie enormi e pesantissimi microfoni.  Da postazioni di fortuna raccontavano al popolo le gesta domenicali degli eroi della pedata. Le riprese erano quelle che erano, ma potevi quasi sentire l’odore dell’erba e del cuoio. La grafica era scarna e le sigle delle orecchiabili musichette. E in studio, dei mastodontici telefoni della SIP facevano bella mostra su di spartane scrivanie dal designer semplice come il pallone di una volta. C’erano una volta garbo e competenza e c’era l’attesa spasmodica di poter vedere quelle immagini. C’era una volta un gioco chiamato pallone e non un' industria chiamata calcio.
 
Oggi ci sono centinaia di trasmissioni televisive in onda da studi pieni di luci e colori. Immensi e comodi divani accolgono signorine scosciate e improbabili conoscitori della materia calcio. Tutti ridono e tutti fanno finta di litigare. Tutti parlano e nessuno dice nulla. Le immagini corrono veloci. L’odore dell’erba non si sente più. E neanche quello del cuoio. E il gioco del calcio è solo il pretesto per dar vita a questi inutili e insopportabili salotti televisivi dove si consuma ogni volta la fiera del nulla. 

C’era una volta il S.Paolo sempre pieno. Con il sole e con la pioggia. Con la squadra ultima o prima; che fosse in serie A o in serie C. Oggi c’è un S.Paolo troppo vuoto per essere vero. Eppure i tifosi ci sono ancora. Ma sono in fuga dalle promesse non mantenute e dagli impegni non rispettati. 

C’erano una volta i tifosi che cantavano e gioivano. Suonavano tamburi e sventolavano bandiere. Tifosi che invasero le strade quando nel 1974 il Napoli acquistò Savoldi per due miliardi. Tifosi che invasero la città quando arrivò Lui per 14 miliardi. Tifosi che sognavano coppe e scudetti e altamente se ne fregarono di quanto costarono. C’erano una volta i tifosi. Oggi ci sono i tifosi ragionieri. Come sono tristi i numeri.

C’era una volta Quagliarella. Poi andò via. E venne Cavani, che poi andò via. E c’era una volta Lavezzi. Poi andò via. E venne  Vargas. E non fosse mai venuto.. E c’era una volta Reina. Poi andò via. E venne Rafael. Fosse venuto Salvatore, il sostituto portiere di così parlò Bellavista, sarebbe cambiato poco.

Stefano Napolitano

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