De Vecchi: "Maradona, vi racconto un suo rito: la gente impazziva! Napoli-Milan non decisiva. Su Spalletti e il talento di Ambrosino..." [ESCLUSIVA]

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De Vecchi: Maradona, vi racconto un suo rito: la gente impazziva! Napoli-Milan non decisiva. Su Spalletti e il talento di Ambrosino... [ESCLUSIVA]

Ultime calcio Napoli Milan Walter De Vecchi sul suo passato al Napoli, il primo Maradona e la corsa scudetto

"Maradona, incredibile! Solo chi si è allenato una volta con lui sa realmente cosa era capace di fare", pensieri e parole di Walter De Vecchi, ex centrocampista di Milan ma anche Napoli e allenatore, soprattutto del settore giovanile rossonero. La redazione di Calcionapoli24 lo ha raggiunto per parlare anche del match di domenica che può valere una fetta di Scudetto:

"Ma non è detto, sarà una corsa a tre con l'Inter: occhio alla Juve che può rientrare nella corsa".

De Vecchi sui suoi inizi di carriera

Milan, Varese, Milan, Monza, poi ancora Milan. Voglio concentrarmi alla stagione 1978, a Nils Liedholm

“E' stata una stagione fantastica, un allenatore unico: un maestro di calcio e di vita. Ero molto giovane, mi ha fatto crescere tecnicamente e agonisticamente. Mi sono trovato in un gruppo con un'alchimia speciale tra vecchi e giovani. Un'annata fantastica, coronata con la vittoria della stella, del decimo scudetto”.

Walter De Vecchi Milan

Me lo racconta il Barone, la sua signorilità, il suo calcio?

“Era un rapporto soft, ma sapeva essere incisivo. Sapeva sdrammatizzare nei momenti di grande tensione, sapeva riprendere e fare tutte le cose giuste. Un maestro. Quando ha vinto lo scudetto, aveva 56 anni e aveva vissuto già tante stagioni. Poi è stato anche un grande giocatore, intelligente: dicevamo sempre che non era un italiano-svedese ma un italiano-svedese-napoletano perchè era sveglio in una maniera incredibile, con la battuta sempre pronta”.

Poi l'Ascoli con Mazzone...

“Ascoli è stata una parentesi bellissima. Allenatore Carlo Mazzone, si è fatta la storia del club: in tre anni abbiamo sempre rischiato di arrivare nelle coppe, facendo grandi campionati. Nella piazza principale della città, c'è ancora il nostro poster con la formazione, e sono passati 40 anni”.

De Vecchi racconta il suo Napoli e il primo Maradona

Il passaggio, la sua unica esperienza al sud, al Napoli. Era il 1984, c'era Marchesi in panchina ma c'era soprattutto Diego Armando Maradona...

“Era il Napoli della rifondazione, il primo anno di Maradona. C'era un grande progetto, forse arrivai con qualche anno di ritardo, in quanto avevo 31 anni ma con la massima voglia di fare bene. Non fu per me una grande annata, ci fu un momento di passaggio da centrocampista a difensore, cosa che mi ha consentito di arrivare fino a 37 anni prima di smettere. Allenatore Marchesi? Un signore!”.

Walter De Vecchi

Cosa ricorda di Maradona? Anche qui le chiedo qualche aneddoto...

“Diego è stato Diego! Dirlo a parole è riduttivo, bisogna averle vissute quelle giornate, quelle partitine, quelle giocate incredibili. Lui era il calcio, tutto quello che si dice è vero: chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare, allenarsi con lui almeno una volta, deve ritenersi privilegiato. E' stato il più grande di tutti i tempi. Aneddoti? In preparazione, i primi giorni, aveva ancora dei postumi per la caviglia operata dopo l'intervento di Goikoetxea, faceva sempre una ginnastica riabilitativa, ma la gente lo chiamava sempre e lui salutava palleggiando per tutto il campo. Lo faceva in ogni modo, da seduto anche: diventò un rito, lo faceva tutti i giorni. Dei numeri davvero incredibili: tutti noi calciatori ci mettevamo in cerchio a guardarlo, rimanendo allibiti. La gente impazziva”.

SSC Napoli 1984-1985

Nel Milan, in pratica, ha allenato tutte le categorie giovanili. Vinse nel 1994-95 il campionato Allievi Nazionali e in rosa aveva Maccarone, Corrent e soprattutto Roberto De Zerbi. Quale il ragazzo che allora le dava la sensazione di poter esplodere?

De Zerbi era un grande talento, glielo dico sempre, è più bravo da allenatore che da giocatore: aveva un talento che non ha sfruttato se non in parte. Da allenatore è tra i più bravi e si merita una grande squadra”.

De Zerbi è diventato un grande allenatore. In Ucraina, però, ha vissuto attimi di paura per una guerra che è difficile da commentare...

“Una parentesi bruttissima, gli sono vicino. Spero che il prossimo anno possa ripartire con una grande squadra perchè il calcio che propone è di valore assoluto”.

La corsa Scudetto

Corsa scudetto, Napoli e Milan in testa alla classifica. Stessi punti e nel fine settimana il più classico degli scontri diretti. Come andrà a finire?

“Non finirà qua, sarà una corsa a tre con l'Inter ma attenzione, se dovessero rallentare ancora, la Juve potrebbe rientrare nella corsa. Un occhio attento, con Vlahovic, quella bianconera è una squadra diversa. Hanno un'energia diversa rispetto a qualche mese fa”.

Pioli e Spalletti, due metodologie di calcio differenti

“Due grandi allenatori. Per Spalletti parla la carriera, è stato ed è un grande allenatore. Pioli ha fatto un lavoro meraviglioso con un gruppo di ragazzi giovani. Rafael Leao, per esempio, è arrivato qui che non era per niente conosciuto e oggi è un grande giocatore. Pioli lo sta facendo in una maniera insperata, con il gruppo e con la forza del gioco. Il calo di questo periodo ci può stare, quello di Pioli è un progetto fantastico”.

Pioli Spalletti

Domenica sarà sfida anche tra Primavera del Napoli e quella del Milan. Lei è un grandissimo conoscitore di calcio giovanile, c'è un giovane azzurro sul quale punterebbe per il futuro?

“Ho visto debuttare Zanoli, mi piace molto. Un buon giocatore, anche se 2001 e fuori dal contesto settore giovanile. Della Primavera del Napoli mi piace, me ne parlano tutti bene, Ambrosino: un buon giocatore. A quell'età conta la qualità, vero, ma soprattutto la perspicacia, la tenacia e la voglia di imparare e non mollare. Non bisogna sentirsi arrivati, sono tutti giovani da formare. L'errore che si commette è quello di correre nei giudizi e con i giovani non bisogna farlo”.

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